venerdì 31 ottobre 2008

HO IN MENTE TE


Dopo la vittoria contro la Triestina, con la quale ci ha definitivamente messi al tappeto, San Francesco ha chiamato tutti a raccolta in vista della sfida di Piacenza: "Un nutrito gruppo di tifosi in trasferta ci fa piacere e ci responsabilizza". Bella parola, nutrito. Nutrito... chissà perché ogni volta che la sentiamo ci viene in mente Sua Circonferenza.

martedì 28 ottobre 2008

UNA VITA DA DAMIANO


Quello di Mantova-Parma passerà alla storia come il giorno in cui Damiano Zenoni diede i primi segnali di vita nel Ducato. Grande, grandissimo gol, il suo. La famiglia del terzino crociato, domenica, non era allo stadio. Il padre, tuttavia, è stato raggiunto telefonicamente da un amico che gli annunciato la grande notizia: "Ha segnato Damiano". "Sì - ha ghignato lui pensando a uno scherzo - e Billy Costacurta fa l'allenatore...".

domenica 26 ottobre 2008

GUIDOLIN 1 - PREMIATA SALUMERIA 0

A San Francesco ciò che è di San Francesco. Dopo gli attacchi kamikaze inflitti al nostro nuovo timoniere, è ora di rendere merito alla vittima. I fatti parlano chiaro. I crociati, sotto la guida di Ridolin, hanno piegato l'Empoli primo in classifica, sette giorni fa, e rovinato la domenica ai supporter mantovani, ieri, con un sonoro 3-1 che passerà alla storia per il gol di Zenoni, a dimostrazione di come nel calcio ci sia speranza per tutti. San Francesco, insomma, ha messo la freccia. Alla faccia delle carezze che gli abbiamo dedicato. Questa mattina, poi, ci ha inviato una lettera che pubblichiamo ben volentieri qui di seguito:

Parma, 26/10/08

Cara Premiata Salumeria Ghirardi, 
prrrrrrrrrrrrrrrrr...

F.

lunedì 13 ottobre 2008

PESSIMISMO REALE


Siamo realisti, ha ragione Lucarelli quando afferma che a Treviso si è visto "qualche spunto positivo". La squadra è rimasta in partita. E se non altro non si è piegata per l'ennesima volta. Siamo realisti: quando Ottobre Rosso afferma che "giocando così se ne può uscire", è giusto dargli corda. Siamo realisti, dai. E scordiamoci la serie A.

lunedì 6 ottobre 2008

DAMMI SOLO UN PAREGGIO


Baldini aveva iniziato con un pareggio (Parma Messina 0-0). Pioli aveva iniziato con un pareggio (Torino Parma 1-1). Di Carlo aveva iniziato con un pareggio (Parma Catania 2-2). Cuper aveva iniziato con un pareggio (Livorno Parma 1-1). Cagni aveva iniziato con un pareggio (Parma Rimini 1-1). Guidolin ha iniziato con un pareggio (Parma Modena 0-0). A questo punto potete farvi da soli la battuta...

giovedì 2 ottobre 2008

IO SONO FRANCESCO


Il personaggio è travagliato. Basti ricordare tutte quelle che gli sono successe tra il 23 aprile 2007 e il 30 settembre 2008. La prima data coincide col suo esonero dal Palermo: il Parma di Ranieri liquida per 4-3 i rosanero alla Favorita e Guidolin è costretto a fare le valigie. Via, a pedate nel sedere. Viene richiamato in Sicilia a meno di un mese di distanza, il 14 maggio. La squadra, grazie a due vittorie consecutive sotto la sua guida, raggiunge la coppa Uefa. Dunque Zamparini - forse per ripagarlo - lo rimpiazza con Stefano Colantuono. Chapeau. San Francesco ringrazia e porta a casa. Per dimenticare si dedica alla sua grande passione, il ciclismo. Fra gli amici è considerato un grande scalatore. Zamparini, invece, lo considera un tecnico usa e getta. Tanto che a novembre ha il coraggio di richiamarlo per la quarta volta, proprio come sostituto di Colantuono. E lui ha il coraggio di accettare. Alla prima conferenza stampa, ecco il siparietto. San Francesco ironizza: “Zamparini è il miglior presidente del mondo, dal martedì alla domenica”. Baci e abbracci. L’esonero arriva prima della fine dello stesso campionato, dopo una sconfitta casalinga contro il Genoa. Guidolin prende e, di nuovo, porta a casa. Nota di colore: chi arriva al suo posto? Stefano Colantuono, ovvio. 
Ora, al di là delle miserie. A noi Francesco Guidolin è sempre stato abbastanza antipatico. Sarà quella vocina un po’ tremolante. Sarà quella lieve tendenza al vittimismo che fece toccare picchi d’intolleranza ad alcuni tifosi bolognesi. Sarà, poi, che l’ultimo allenatore veneto a sedersi sulla panchina del Parma è stato un certo Alberto Malesani. Sarà quello che volete. Noi, di certo, ce la ricordiamo bene quella volta che San Francesco, tutto preso dall’ira, si scagliò contro Prandelli e Mutu, dopo che il romeno aveva ignorato un giocatore a terra per involarsi nell’area del Palermo e infilare il portiere. Noi quel giorno ce lo ricordiamo. Perché in quel momento, vedendolo tutto furente mentre inveiva contro il Giuda dell’Est, abbiamo pensato: «Poveretto». E oggi, che ci troviamo di fronte al quarto allenatore «trombato» da Sua Circonferenza. Già sufficientemente traumatizzati dalle cure Di Carlo e Cuper. Noi, che speravamo in un campionato tranquillo e condotto in porto come si deve. Noi, che ci troviamo a riporre nelle mani di San Francesco le nostre speranze di serie A. Nonché i sogni di un campionato gioioso e illuminato. Noi, pessimisti fin quanto volete, ci guardiamo allo specchio e pensiamo: «Poveretti».

mercoledì 1 ottobre 2008

SUA COERENZA









"Rispetto a Di Carlo abbiamo guada­gnato tanta esperienza che si vede nella ge­stione del gruppo. Non voglio per questo cri­ticare più del dovuto Di Carlo ma gli anni di differenza in panchina rispetto a Cagni sono tali che è umano notare che hanno un peso nel rap­porto con lo spogliatoio". Il Nostro Adorato ad agosto.

"Io non voglio mettere in dubbio l’allenatore: sono rammaricato perché mi aspetto sempre qualcosa di più dai giocatori. Mi sembra ingiusto mettere sempre sulla graticola gli allenatori. Visto che vanno in campo i giocatori io mi aspetto di più da loro". Il Nostro Adorato dopo il pareggio a Brescia, 29.09.08

"E' finita così, dopo sole sei giornate di campionato, l'avventura di Gigi Cagni al Parma. La decisione, maturata nella notte, è stata presa questa mattina e nel pomeriggio la società ha subito consegnato le chiavi dello spogliatoio a Francesco Guidolin". La Repubblica, 30.09.08

mercoledì 24 settembre 2008

S.O.S


Ricapitolando. Batti l'Ancona per 4-1 e ti sembra di volare: "Parma formato serie A" titolano i giornali. Poi perdi contro l'Albinoleffe. E va bè. Vai a Grosseto e ti schiantano sull'1-0. E anche lì, va bè. Poi al Tardini arriva il Frosinone. E non vai oltre il pareggio. E, di nuovo, va bè. Poi rifletti che alla quinta giornata i barbagianni sono già chiamati a rapporto sotto la curva. E anche lì, sempre più perplesso, dici: va bè. Infine ieri sera arriva un commento via mail di un tifoso: "Ma Di Carlo sarebbe libero o è già impegnato con un'altra squadra?". E allora dici: va bè che l'ambulanza di questi tempi dovrebbero mandarla a Collecchio, ma se fosse possibile, tra un ricovero e l'altro, dare un'occhiatina anche in curva...

domenica 31 agosto 2008

LA CORAZZATA PALOSKY



Paci che salva tutto, Zenoni che viene chiamato a mettere ordine a destra, Reginaldo che scatta, dribbla e tira centrando addirittura lo specchio della porta. Si sono toccate vette di surrealismo, l’altra sera, al Tardini. E poco importa che Sua Circonferenza, prima della partita, abbia regalato a Lucarelli, per caricarlo e convincerlo a rimanere, l’opera omnia di Marx in speciali volumi rilegati. Poco importa, dicevamo, perché la nota lieta, dopo un pareggio che lascia tanto amaro in bocca, è lui, La Corazzata Palosky. Umile, spontaneo, pochi fronzoli per la testa e tanta fame di crescere: l'esatto contrario di Dessena. Il Magnifico voleva vincere, certo. Tre punti all’inizio ti fanno digerire anche sei piatti consecutivi di tortelli d’erbetta. Così, in tribuna, tutti hanno potuto notare il suo rammarico per le tante occasioni sprecate. Ma quando è entrata La Corazzata, le sue gote hanno cominciato improvvisamente a riprendere colore. Scombussolato dai movimenti alla Gilardino dello Zar, il Nostro Adorato si è rivolto subito a un inserviente della sicurezza: «Ma da dove viene, questo?». «L’ha preso lei l’altro giorno, Presidente». A quel punto, il Sommo non è più riuscito a trattenersi. Dopo essersi armato di tromba da stadio e megafono, ha superato, una per una, le barriere che separano i vari settori della tribuna, facendosi aiutare da alcuni tifosi sbigottiti e rischiando più volte di sfracellarsi sulle poltrone. Con un colpo di bazooka ha divelto il vetro che separa i Distinti dalla Curva Nord e lì, tra ovazioni e strette di mano, ha guadagnato il centro della gradinata. Seguito a ruota dalla platea, il Magnifico ha intonato cori pro-Palosky per poi lasciarsi andare all’annuncio trionfale: «Torneremo in serie A già a gennaio». Al fischio finale, stravolto dall’esordio e dal debutto personale in Curva, è stato scortato fuori dal Tardini protetto da un cordone di volontari del Settore Crociato, intenti a proteggerne il corpo dall’assalto dei fan in adorazione. Ripresosi dallo shock, il Presidente ha atteso l’uscita di Palosky fino alle 23.30. Dopodiché, avvistato il gioiello, gli è corso in contro riempiendolo di baci in fronte e buffetti sulla guancia. In vena di grazia, il Magnifico lo ha poi caricato sul seggiolone, in macchina, per accompagnarlo a casa. Casa sua, a Carpenedolo. Dove gli ha riservato il posto nella suite imperiale. Lo Zar è stato accolto con fiori di pesco e caviale ma, data l’umiltà, ha chiesto subito di potersi ritirare nelle stanze per il meritato riposo. Sua Circonferenza ha immediatamente acconsentito, invitando La Corazzata a seguirlo di sopra. Rimboccategli le coperte e imbracciato il mandolino, Ghirardeau ha rispolverato vecchi successi della canzone d’autore napoletana, addormentando Palosky sulle note di Era de maggio. Alla mattina, intorno alle 7, lo ha poi svegliato con l’idrante, simulando la sveglia a colpi di rastrello sulla parete del letto. Perché il menu, quest’anno, prevede lo stesso trattamento per tutti: un po’ di carota e un po’ di bastone. Anche per La Corazzata. Buon campionato, Presidente.

giovedì 7 agosto 2008

FATE LARGO

Dal sito della società abbiamo appreso che «con la nuova stagione cambieranno alcuni degli accessi dei tifosi al Tardini». La causa? «I lavori di adeguamento dell'impianto con la conseguente riduzione della capienza». Ora. Premesso che quando ci vuole ci vuole. Stabilito che uno, la partita, deve potersela godere. Assodato ciò. Noi ci stavamo domandando. Visto tutto questo tran tran di operai, cantieri, forbici, tenaglie e chi più ne ha più ne metta. Tra ingressi spostati e braccia che armeggiano sugli spalti. Ben consci che dopo le colazioni con i giornalisti. I pranzi con Kutuzov. Gli spuntini a casa di Platinette. Le cene dalle Picchi assieme a Piovani. Consapevoli, insomma, che dopo tutte queste fatiche, i lavori d’adeguamento non potevano che essere fatti e subito. Ci stavamo chiedendo, a questo punto, pure un po’ stizziti. Ma c’era bisogno di tutto questo casino per ristrutturare la poltrona del Magnifico?

sabato 19 luglio 2008

UN FANTASISTA OPERAIO









Di Andrea Gasbarroni serbavamo intatto il ricordo delle finte, quasi mai a rientrare a destra, e di quella sua squisita capacità di unire l’inutile al dilettevole. Le notizie dell’ultima ora, tuttavia, ci impongono un accurato azzeramento mnemonico. I fatti prima di tutto: Gasbarroni è incappato in una buca un bel giorno che guidava la sua automobile per le vie di Parma. Ha chiesto i danni al Comune e questi, anziché avviare l’iter processuale, ha scelto la via più semplice, almeno in Italia, per trarsi dall’impaccio: quella del risarcimento. Dunque, una buona uscita per il simpatico attaccante, a surrogare l’ottimo epilogo di stagione. L’episodio della buca, in sé, lascia ben sperare i suoi nuovi tifosi del Genoa: Gasbarroni, per una volta, ha fatto centro. Dal canto nostro, non possiamo che ringraziare l’ex-fantasista crociato. Da oggi sappiamo esattamente quale natura attribuire al suo matrimonio con il Parma: quella di un incidente.

martedì 15 luglio 2008

AL SERVIZIO DI SUA CIRCONFERENZA


Dopo un mese di chiusura forzata in seguito alle querele ricevute (siamo stati citati in giudizio, nell’ordine, dal sindaco Pietro Vignali, Zlatan Muslimovic, Adriano Galliani, Matteo Cambi, lo zio di Melli e, dulcis in fundo, Camillo Langone) la Premiata Salumeria Ghirardi è lieta di presentarvi la prima intervista ufficiale a Sua Circonferenza. Il Magnifico, dopo aver saputo dei nostri guai con la giustizia, si è premurato di trovarci un avvocato e di fornirci tutto il suo appoggio per una pronta risoluzione dei contenziosi: gliene siamo grati e lo ringraziamo. Qui sotto, una sintesi dell’amabile tete à tete avuto pochi giorni fa nel parco divertimenti della sua reggia di Carpenedolo, all’ombra di un imperioso platano e distesi su un sottile manto di scaglie di grana.

Allora, oh Sommo, innanzitutto vorremmo capire perché lei è l’unico a non averci querelati...
Un attimo che abbasso il volume degli Offlaga Disco Pax...
Prego...
Dicevamo...Ah sì, come perché? Ve lo siete dimenticato?
Cosa?
Il patto.
Cioè?
Avevate detto che in caso di querela avreste spifferato a tutti del mio fine settimana ai Lidi di Comacchio con Elisabetta Canalis.
Ah, già...
Mi raccomando, Reginaldo non sa nulla. Pensa che Elisabetta si sia concessa un week-end di relax assieme al cane, il cucciolo soffriva un po’ lo stress da metropoli...
Bocche cucite, non si preoccupi. Più che alle sue avventure di letto, però, pensiamo al Parma: siamo in B.
Me ne sono accorto.
Mangia di più da quando siamo retrocessi?
Abbastanza. Ho dovuto comprare altri due frigoriferi: uno per i culatelli, l’altro per i tiramisù.
Lei è Magnifico.
Grazie.
La rovina del Parma e di Parma è tutta opera sua: da quando si è insediato è stato eletto sindaco Vignali, siamo scesi in B e Matteo Cambi è finito in manette. Praticamente eravamo più al sicuro in amministrazione controllata.
Vado a prendere il caviale...
Fermo lì... Il punto è un altro. Noi avremmo tutte le ragioni del mondo per nasconderle della dinamite negli hot-dog. Eppure siamo qui, nella sua dimora bresciana, a farle aria con il ventaglio: come lo spiega?
Sarà il mio fascino, ho sempre avuto quel non so che. Specie con le donne. A proposito, ho letto lo spudorato commento di un vostro lettore che mi ha conosciuto in un locale a Brescia ed è rimasto sconvolto dal dialogo avuto con me. Vorrei dirgli una cosa: «Fatti processare, buffone».
E questo, scusi, cosa diavolo c’entra?
Mi è venuto così.
Lei è splendido.
Grazie.
Ci spiega perché avete venduto Cigarini all’Atalanta?

Dovevamo cederlo a un club di A e ho pensato: Bergamo è vicina a casa mia, alla domenica potrò andarlo a vedere.
Complimenti. E quella di Berta come nuovo direttore sportivo?
Ero ciucco, avevo organizzato un pigiama-party a casa mia per festeggiare la laringite di Vignali. A un certo punto, storno come una campana, ho fatto il numero di Berta e gli ho detto “Se domani ti presenti nudo a Collecchio, ti faccio direttore sportivo”. Il giorno dopo, quando sono arrivato, era già là, in mezzo al campo, con le mutande in mano.
Vignali le piace?
Insopportabile. Si ficca dovunque. Ricordo il servizio su Chi assieme a Manuela Arcuri dal teatro Regio. L’ho trovato lì pure la sera del concerto-tributo a Piero Ciampi: tutto l’intervallo a parlarmi di quanto sarebbe utile impiegare Kutuzov come terzino.
Qual è il suo ideale di donna?
Da quando esco con la Coppa (la co-presentatrice della Corrida, ndr.) ho occhi solo per lei.
Non ci crediamo.
A cosa?
Che ha occhi solo per lei.
Anche per Elisabetta.
Faccia meno il gradasso, comunque, quest’anno si va in trasferta a Treviso, Rimini. Noi non ce lo meritavamo...
Ho in serbo una sorpresa per farmi perdonare...
C’illumini.
La stampa non sa ancora nulla, lo rivelo a voi. Ed è un’anteprima: dall’anno prossimo il Parma giocherà in Cittadella.
Sta scherzando, vero?
Affatto.
E dove pensa di metterli i tifosi?
A bordo campo.
Lei da dove seguirà la partita?
Dall’elicottero. Resterò in aria, sospeso sul campo, per tutti i 90 minuti. Da lì avrò una visuale migliore.
Lei è magnifico.
Grazie.


venerdì 30 maggio 2008

LA POSTA DEL PRESIDENTE/2 "FATTI CAGNARE DA TOMMASO"













(29 maggio) - Parma FC comunica di avere sottoscritto, in data odierna, un accordo con l’allenatore Luigi CAGNI (Brescia, 14 giugno 1950) per la conduzione tecnica della prima squadra. Il contratto biennale avrà effetto dal 1° luglio 2008 al 30 giugno 2010.

Riportiamo di seguito il testo della lettera che Sua Circonferenza ha scritto a Gigi Cagni per convincerlo a trasferire armi e bagagli in terra d’Emilia. Ringraziamo per lo scoop Camillo Langone, che è riuscito a procurarsi il testo fingendosi (ma fino a un certo punto) curato di parrocchia ed entrando di nascosto in casa Ghirardi mentre questi era assente da Brescia.

Caro Gigi,
adesso non voglio fare il piagnucolone o sembrare quello che strilla al mondo di essere nella merda. Però sono nei casini, davvero. Non so dove sbattere la testa...Ho le tasche bucate... Sono alla canna del gas... Brancolo nel buio... Sono arrivato alla frutta... Insomma Gigi, porca puttana, dì qualcosa!
Scusa, mi sono fatto un po’ prendere. Torniamo a noi. Il fatto è questo, caro Gigi. Tu sei di Brescia. Io di dove sono? Di Brescia. Tu ami il calcio. Io cosa amo? Il calcio. Ti piace mangiare. A me cosa piace? Mangiare e bere. Sei astemio, lo so. Ci lavoreremo.
Il punto è questo, caro Topo Gigi. Ti ricordi quella sera che ci siamo incrociati in Piazza della Loggia, diversi mesi fa? Cielo stellato, la brezza settembrina, i dolci palpiti del cuore alla ricerca di una dolce metà con cui condividere l’attesa dell’alba... Ti sovviene, Gigetto? Ottimo. Dopo aver cercato inutilmente di schivarmi, mi salutasti dicendo: «Salve Presidente, le presento mia figlia, Chiara. E’ al dodicesimo anno del Dams, a Bologna». Un paio di balle. L’ho rivista l’altra sera al Bar House di Carpenedolo, dove vado a sbevazzare con gli amici dopo le partite di calcetto. Di cognome fa tutto tranne che Cagni. Di studi fa tutto tranne che il Dams. Di giorno farà quel cazzo che le pare, non lo so. Comunque, tutto questo mica lo dico per ricattarti. Ci mancherebbe. Non è che sono così potente da andare da mio zio carabiniere, che quella sera controllava i filmati delle telecamere a circuito chiuso disseminate tutt’intorno, e farmi dare il nastro con voi due mano nella mano. Non è che sono così potente da andare da mio cugino fotografo, l’Henry Cartier-Bresson della Leonessa, e farmi dare gli scatti che stava facendo quella sera alla piazza per un suo progetto. Insomma, Gigi, di che ti preoccupi? O per dirla alla ciociara “‘a Gì, che tte serve”? Scusa, a volte sono un po' frivolo.
Ad ogni modo, volevo solo ricordare una storia che ci accomuna. E poi, diciamocelo, cosa diavolo c’entra tua moglie? E’ una cosa tra me e te. E mio fratello, che fa il postino. Spedisce, spedisce. Pensa che sfiga se un giorno, come nei film, recapitassero a casa tua, mentre sei all’allenamento, un pacco, con dentro videocassetta e immagini. Pensa la reazione... Piatti che volano, regali che finiscono giù dalla finestra, urla, imprechi. Brutto colpo. Roba da doversi poi chinare a raccogliere i cocci. Vai tranquillo, non succederà mai. Anche perché io mica ti ho chiesto di fare un sacrificio e venire ad allenare il Parma per riportarlo in alto. Mica ti ho domandato “scusa, non è per caso ci tireresti fuori dai guai, tu che sei bravo, hai esperienza e serietà da vendere?”. Insomma, quando mai ti ho implorato: «Gigi, ti toccherà la B, ridurti lo stipendio, dire addio a San Siro. Ma lo farai per un amico. Anche perché altrimenti...». Va beh, mi sono un po’ dilungato. Spero che a casa vada tutto bene. Domani ti chiamo che ti propongo un lavoro, poi deciderari tu in piena libertà e autonomia. Non sono certo il tipo che s'offende.
Un bacetto e un abbraccio forte forte. Tuo,

Tommaso Ghirardi

venerdì 23 maggio 2008

FACCE DA B/ AMARO LUCA(NO)


A 39 anni è il “reperto” più antico, in carne ed ossa, risalente all’epoca del grande Parma di Nevio Scala. Quello degli allenamenti in Cittadella davanti a bambini e pensionati, tanto per dirne una. Lo stesso al quale il Nostro Adorato ha affermato di volersi ispirare per la risalita. Sapori lontani. La squadra che arriva allo stadio a piedi, la Nord quasi sempre esaurita in ogni ordine di posto. E un calcio dal passo lento, a misura d'uomo, al ritmo cadenzato delle sgroppate di Di Chiara, degli scatti dinoccolati di Tino Asprilla. In porta, lui. Cresciuto in casa, allevato all’ombra del Battistero. Trova poche chance, all’inizio, e si carica sulle spalle alcuni anni di trafila nelle serie minori. Poi, nel 1993, il debutto. L’anno successivo, grazie a una stagione coi fiocchi, partecipa alla spedizione italiana ai Mondiali statunitensi. Rientrato a casa, vince la coppa Uefa contro l’odiata Signora. In campionato, a inizio '95, nella sfida che allontana da Parma l’aroma suadente dello scudetto, s’immola a salvare la patria durante un’azione d’attacco bianconera: Torricelli gli rovina addosso, con la consueta delicatezza, costringendolo a lasciare il campo. Si rifarà diversi anni dopo, con quel “salame” rivolto alla tribuna del Delle Alpi con il quale è entrato di diritto nel cuore di mezza Italia. Tutto questo per dire che di fronte alla prima stagione deludente, al primo campionato in cui l’età ha cominciato a farsi sentire e i riflessi hanno dato l’impressione di venire meno, a noi non riesce proprio di voltargli le spalle. A Bucci e alla sua storia. Baciata da un ritorno clamoroso a Parma nel 2005, quando nessuno sembrava disposto ad accollarsi le sue tante, troppe “primavere”. Perché dopo quel grave infortunio alla spalla rimediato vestendo la casacca dell’Empoli, il verdetto dell’intelligence calcistica fu unanime: "E' finito". In poco tempo, invece, conquistò i guantoni da titolare, scalzando prima Lupatelli, poi Guardalben e infine l’indimenticabile e indimenticato De Lucia. L’anno scorso è stato decisivo. In questa stagione, al contrario, qualche punto lo abbiamo lasciato per strada anche per colpa sua. Come contro la Sampdoria, a marzo, nell’ultima partita di Di Carlo sulla panchina. Quando su quel pallone vagante, in area di rigore, a 11 minuti dall’inizio del match, pensammo: «Esce, esce. Tranquilli che adesso esce». Non uscì. E per Maggio fu vita facile. O come contro l’Atalanta, sempre al Tardini, un mese prima, all’esordio di Lucarelli, quando su quel tiro beffardo da fuori area di Bellini, un difensore, lui, qualcosa in più avrebbe potuto e dovuto fare. Certo, a ben guardare, è stato quasi sempre Bucci a suonare la sveglia ai compagni, a farsi carico delle responsabilità quando tutto girava storto, a chiamare a rapporto la condotta della squadra più che quella dei fischietti. E, ovviamente, a fungere da esempio. Contro la Lazio, si rivolge all’arbitro per invitarlo a rivedere una sua decisione che non rendeva giustizia alla squadra ospite. Alcuni mugugnano, altri spargono il solito miele d’occasione. Lui: «A volte, essere coerenti può costare un po’ di sacrificio, ma ammettere che si trattava di calcio d’angolo e non di rimessa dal fondo a me è sembrato normale. Non voglio assolutamente essere “beatificato” per un gesto che dovrebbe diventare la normalità, anche perché io continuerò comunque sulla mia strada, dato che credo sia quella giusta». Dopo la disfatta interna contro il Napoli, con 3 giocatori crociati espulsi dallo zelante direttore di gara, è tra i primi ad ammettere che gli avversari «hanno meritato di vincere». Nelle ultime giornate si è eclissato, lasciando il posto a Pavarini. Se n’è andato, speriamo solo per una pennichella di fine campionato, in silenzio. Rispolverando il contegno con cui l’anno scorso celebrò assieme agli altri miracolati la salvezza condotta in porto da Ranieri. Tutti sul pulmann, all’epoca, per le vie del centro. Con Budan scatenato e Cardone a imbastire cori contro Moggi e la Gea. Lui, seduto in prima fila, vicino al conducente, al riparo dalla folla, a guardare la calca adorante dal vetro e firmare le sciarpe che gli passavano i compagni. Un signore. Tra i pochi ad essere gentilmente invitati a presentarsi al prossimo ritiro. Almeno per come la vediamo noi. Ci vediamo a settembre?

martedì 20 maggio 2008

OGNI MALEDETTA DOMENICA


Mentre Tronchetti Provera celebrava il triplice fischio finale a braccia alzate, dimenticando per qualche minuto il debito di 48 miliardi di euro con cui ha affossato Telecom, e mentre il presidente Moratti si lasciava andare, in dolce stil novo, a un elegante «ma vaffanculo, stronzo» rivolto a qualche parmigiano seduto sotto di lui (ripreso ieri sera da Striscia la notizia), fuori dal Tardini, si manifestava il gaudio dei supporter nerazzurri, molto opportunamente lasciati all’esterno dello stadio a svagarsi, tra una lancio di oggetti e l’altro, nell’attesa del verdetto finale. L’ottimo Paolo Scarpis, già ribattezzato dai suoi sottoposti «il prefetto perfetto», aveva anche pensato di offrire ai simpatici bauscia una riduzione del biglietto d’ingresso per la mostra dedicata a Giovannino Guareschi Nascita di un umorista. Bazar e la satira a Parma dal 1908 al 1937 ospitata dalla Galleria San Ludovico: inspiegabilmente, però, gli ultras nerazzurri hanno preferito ai piaceri dell'arte un goliardico campeggio sul soffice prato del Petitot, a 50 metri dal Tardini. Al termine dei 90 minuti, poi, scossi per la vittoria del secondo scudetto di fila, i ragazzi della curva Nord non hanno retto l’emozione. Per sfogare la propria gioia, hanno deciso così di mettere a ferro e fuoco una scuola materna: un modo come un altro per ringraziare «Ibra» e compagni del trionfo tricolore. Qui di seguito, un breve compendio con alcune folgoranti battute.

STIAMO LAVORANDO PER VOI
«Le forze dell’ordine di questa città sarebbero comunque in grado di controllare la situazione. Ma credo che sia dovere del prefetto evitare anche la possibilità di una minima ferita alla città». Il prefetto Paolo Scarpis, 15.05.08.
«La questura, sotto il comando di Paolo Scarpis, si sta già organizzando per evitare problemi di ordine pubblico». L’Informazione, 14.05.08.
«Due agenti feriti, cariche e guerriglia, bottigliate e bastonate, decine di auto e un asilo devastati. Cronache di ordinario disordine pubblico». La Repubblica, 19.05.08.
QUI NON POSSO ENTRARE
«Stadio vietato ai tifosi dell’Inter. Il prefetto di Parma ha applicato una sorta di par condicio sportiva (...) chiesta per non falsare l’ultima giornata di campionato. Fuori i tifosi della Roma dallo stadio di Catania, fuori quelli nerazzurri dal Tardini». L’Informazione, 16.05.08.
«Sono circa mille i tifosi dell’Inter presenti all’interno dello stadio Tardini». www.corriere.it, 18.05.08.
L’OMBRA DEL DUBBIO
«Non ho dubbi sulla correttezza dei tifosi del Parma e dell’Inter». Il prefetto Paolo Scarpis, 15.05.08.
«Ho la massima fiducia e tranquillità che sarà solo una festa per lo sport». Il questore Gennaro Gallo, 17.05.08.
«La cittadinanza può stare tranquilla perché abbiamo predisposto tutte quelle misure che permetteranno di evitare qualsiasi problema. Anche se il Tardini è in centro, la zona sarà isolata e monitorata dalle prime ore della mattina». Lo stesso questore, ringalluzzito dalle domande dei cronisti, 17.05.08.
SANTO(LI) SUBITO
«Siamo preparati ad affrontare l’eventuale arrivo di tifosi dalla vicina Milano». La responsabile dell’ufficio di gabinetto della questura di Parma, Maria Santoli, 15.05.08.
«La zona limitrofa allo stadio sarà delimitata e controllata con personale preparato. Sappiamo cosa fare». Ibidem.
«Una prognosi di 20 giorni per focolai contusivi nella zona addominale e un giorno di osservazione in ospedale per il poliziotto rimasto ferito durante i tafferugli scoppiati prima dell’inizio della partita davanti allo stadio Tardini». www.corriere.it/, 18.05.08
QUEI BRAVI RAGAZZI
«Domenica, piaccia o no, ci sarà un’invasione nerazzurra che sarà assolutamente pacifica». Dal sito della curva Nord, 15.05.08.
«“La nostra presenza sarà comunque pacifica - dichiara un importante esponente della curva Nord milanese - Noi, pur non essendo in rapporti con i supporter ducali, consideriamo i parmigiani come brave persone e non abbiamo nulla contro di loro”». L’Informazione, 17.05.08.
«Dopo la partita i tifosi dell’Inter hanno devastato l’asilo Fantasia in via Pezzani, a fianco dell’ingresso della curva ospiti. Hanno spaccato le finestre, rotto i vetri e divelto alcuni alberi: nello spazio esterno della scuola materna sono state divelte panchine, rotto un gazebo, e spaccato l'impianto di illuminazione. E' stata anche forzata una finestra». L’Informazione, 19.05.08.
«Peccato che ci sia stata questa specie di assalto a questo asilo, ma credo che sia stato involontario, da quello che ho letto pensavano fosse parte dello stadio». Il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, ai microfoni di Radio Rai e ripreso da Massimo Gramellini su La Stampa, 20.05.08.
PER LA PRECISIONE
«Non possiamo che rilevare come possa parlarsi correttamente di disparità solo quando situazioni simili vengono trattate diversamente e non quando, come accade nella realtà, si adottano criteri e parametri identici per casi del tutto differenti». L’Osservatorio del Viminale risponde con esattezza calviniana alle polemiche sull’iniziale disparità di trattamento fra tifosi della Roma e supporter nerazzurri, 14.05.08.

"SAN" FRANCESCO


Francesco Parravicini al termine della partita. Tratto da L'Informazione del 19.05.08.
Questi tempi bui li vivremmo volentieri da struzzi. Ci sentiamo tuttavia in dovere di esprimere la nostra solidarietà a Francesco Parravicini, il quale, a fine partita, si è lasciato andare a un mea culpa pregno di sincerità: «Con l’Inter non giravo come dovevo, avevo troppa figa e molto nervosismo». Si consoli, Parravicini. Mentre a noi vien voglia di nascondere la testa sotto la sabbia, lui non avrà problemi a ficcarla sotto le lenzuola.

lunedì 19 maggio 2008

(B)UIO IN SALA


Il Nostro Adorato è scappato prima del fischio finale. Non ce l'ha fatta. Dopo aver recapitato un dispettoso bigliettino al sindaco Vignali, seduto alcune file sotto di lui ("Ho votato Peri"), il Magnifico si è infilato le scarpe da jogging e ha raggiunto di corsa la Cittadella per alcuni giri dei bastioni in santa pace. Un ragazzino in bicicletta, superandolo, gli ha domandato il risultato della partita: "Pensa a pedalare" ha tuonato il Magnifico dopo avergli infilato un ramo d'albero tra i raggi della ruota posteriore. Concluse le otto tornate a passo spedito, Sua Circonferenza si è intrattenuto con alcuni operai extra-comunitari intenti a godere della frescura post-acquazzone in uno degli spiazzi verdi del Parco: la compagnia ha discusso amabilmente sui progetti futuri del ministro Maroni in materia di sicurezza, convenendo sull'utilità di un apposito decreto salva-badanti. Il dibattito si è chiuso con strette di mano e abbracci, dopodiché la troupe si è radunata in cerchio attorno al mitico narghilè: galvanizzato dal rituale, il Presidente si è immolato in alcune tirate profonde per poi attendere fiducioso l'effetto del prezioso tabacco. Dopo mezz'ora, i passanti lo hanno ammirato mentre giocava a catturare farfalle con un retino da pesca. Un'ora dopo, invece, il Sommo è balzato su una sedia pieghevole in mezzo al campo da calcio che occupa la spianata della Cittadella: lì, di fronte a un centinaio di persone, ha preso in mano il megafono lanciandosi in una commovente orazione sul suo rapporto con la cucina locale. All'evento era presente anche il vate di via Farini, Camillo Langone, che ha già deciso di pubblicare l'intera lezione sul Foglio di Giuliano Ferrara, accanto al discorso pronunciato da Papa Ratzinger il 17 luglio del 1992 in occasione del compleanno dello zio Friedrich. Dopo essere svenuto un paio di volte nella concitazione delle parole, il Presidente ha salutato i cittadini sbigottiti ma entusiasti, caricandoseli in groppa uno alla volta per un giro di campo trionfale sulle sue spalle. Alcuni bambini, poi, pensando a un gesto d'affetto nei loro confronti e pregustando già salti e capriole, si sono attaccati alle costole del Nostro Adorato mentre si avvicinava con piglio deciso alla cassa del gioco delle reti elastiche. Amareggiati, lo hanno potuto contemplare da fuori, mentre, tra un'acrobazia e l'altra, metteva a dura prova la resistenza dell'intera struttura. Dopo essere più volte franato sul bordo, provocando un rimbombo che ha allertato gli agenti delle forze dell'ordine in servizio lì vicino, il Presidente ha abbandonato tra gli applausi il fortino eretto dai Farnese e fatto ritorno in corso Partigiani d'Italia. Giusto in tempo per assistere ad alcuni scontri tra tifosi nerazzurri, supporters parmigiani e polizia: dopo aver contato fino a 1, l'Immenso ha caricato da solo l'intero cordone assiepato di fronte alle biglietterie, provocando la fuga degli ultras ospiti tra l'acclamazione generale della curva Nord. Rientrato nell'attonita sala stampa, dove era atteso ormai da due ore, il Presidente ha lacrimato le frasi che tutti abbiamo potuto leggere sui giornali: "Sono molto amareggiato perché non avrei mai voluto che questa stagione finisse così. Ho lavorato tanto assieme al mio staff: probabilmente non abbiamo fatto le scelte giuste e così andiamo in serie B. Ripartiremo con tanto entusiasmo... Più che altro sono dispiaciuto per i tifosi: questa società ha avuto tante traversie, e grazie ad un vero e proprio miracolo era riuscita a rimanere in Serie A: purtroppo quest’anno non ci siamo riusciti. Dobbiamo ripartire: ho la responsabilità di dover dare delle soddisfazioni a questo grande pubblico, ai miei tifosi. Ripartiremo dalla B: faccio persino fatica a pronunciarlo, ma mi sento ancor più responsabilizzato a dover dare il massimo per riportare questa squadra in Serie A”.
Caro presidente, gli errori dell'uomo lo rendono particolarmente amabile, come diceva Goethe. E il nostro cuore di tifosi continua a battere a ritmo incessante per colui che, solo un anno e mezzo fa, ci tirò fuori dalle acque stagnanti dell'amministrazione controllata. Anche ora che quella stessa mano ha contribuito a firmare il nostro foglio di via per la B. Per il resto, i volti ritratti dalla giornata di ieri sono due. Il suo, deluso e affranto, e quello di Tronchetti Provera, godurioso e soddisfatto: a lei che incarna la nostra Musa e ha già riconosciuto i propri passi falsi, regaliamo allora una citazione tratta da Emilio Cecchi, secondo il quale "l'errore di una forte personalità artistica è quasi sempre più istruttivo dei successi d'un talento irrilevante". La Premiata Salumeria, a settembre, l'aveva salutata augurandole "buon campionato": oggi le rinnoviamo l'appuntamento agli ultimi scampoli estivi. Perchè noi, quando aprirà la campagna per gli abbonamenti e sarà l'ora di rimboccarsi le maniche per risalire. Noi, che ieri ci siamo dovuti sorbire gli sfottò di gente che dovrebbe eliminare gli specchi dal mobilio di casa. Proprio noi, che da domani ricorderemo, con critico affetto, tutte le sue esternazioni ambiziose, l'incauto tergiversare di fronte ai danni di Di Carlo e la scelta suicida di affidarsi a Don Ettore. Noi, insomma, checché ne pensino Guccini e I Nomadi, ci saremo.

domenica 18 maggio 2008

venerdì 16 maggio 2008

SE RETROCEDO, SEGUITEMI














Il cielo è sereno. Allontanato lo spettro di don Ettore, Andrew Manzo sfoggia in questi giorni un sorriso da festa di compleanno mentre la squadra passeggia amabilmente per le vie del centro alla ricerca della miglior concentrazione. Sua Circonferenza, intanto, prosegue nell’opera di rastrellamento di fondi per tutelarsi davanti al danno economico arrecato da una eventuale retrocessione: «Sarebbe la delusione più grande della mia vita» lacrimava ieri dalle colonne del Corriere della Sera. Dopo aver tentato, invano, di rivendere alle bancarelle della Ghiaia la targhetta del Petitot d’Oro ricevuta qualche giorno fa dai tifosi, il Nostro Adorato parteciperà oggi alla trasmissione “Affari tuoi” di Flavio Insinna, in prima serata su Rai Uno. Forte dell’esperienza acquisita in materia di pacchi (da Reginaldo a Di Carlo), il Presidente tenterà la fortuna sperando di racimolare i 200mila euro con cui chiudere definitivamente il capitolo “busta paga” di Cuper. Verso le 22, poi, si sposterà nel centro di Milano, dove sarà protagonista di un tete à tete con Fedele Confalonieri, per convincerlo a cacciare Fabio De Luigi e lanciare, a settembre, una nuova serie di Love Bugs con la regina Elisabetta Canalis sulle ginocchia del Sambadero: l'auspicio è che in cambio della coppia che scoppia, Mediaset si accolli anche lo stipendio dell’attaccante e programmi le riprese in concomitanza con le gare del Parma. Sul fronte opposto, quello dell’azienda di famiglia, il Magnifico ha già sondato il terreno per avere come testimonial dei suoi soffici cuscini la valletta parmigiana della “Corrida”, Michela Coppa: per strapparle un sì, il Sommo parteciperà domani pomeriggio alla registrazione della nuova puntata del programma di Jerry Scotti, dove, travestito da tigrotto, trascinerà orchestra e platea nell’immortale «Caravan Petrol» di Renato Carosone. L’appuntamento clou è previsto però per domani sera al teatro Regio. In un gala di beneficenza patrocinato dal sindaco Vignali e dedicato alla neonata fondazione «Retrocediamo insieme», Sua Circonferenza, dopo aver fatto gli onori di casa, si calerà nei panni dell’Otello di Giuseppe Verdi, interpretando una versione dell'opera più esile - con rispetto parlando - curata nell’occasione dal maestro Riccardo Muti. Tra le personalità invitate a riempire il cesto delle offerte spiccano il patron della Guru, Matteo Cambi, che arriverà direttamente in elicottero planando sul manto erboso della Pilotta, il direttore de L’Informazione, Giovanni Mazzoni, che ha scelto di fatturare soltanto metà dei propri editoriali di aprile per devolvere la parte restante alla casse della società, e lo stesso Pietro Vignali, che ha già annunciato trionfalmente di voler trasferire sul conto bancario del Magnifico tutto l’incasso derivante dalla vendita del Parco della Cittadella alle Ferrovie dello Stato.

mercoledì 14 maggio 2008

PASSEROTTO NON ANDARE VIA


Se si va in B i big se ne andranno tutti. "Io pure se rimaniamo in serie A" ha precisato il simpatico Budan. La Repubblica, 13.05,08


Il calciatore del Parma FC Igor Budan si duole perché sono state riprese, da un sito internet croato e da alcuni media italiani, alcune sue frasi, estrapolate da una lunga intervista concessa al quotidiano Vecernji List domenica sera, prima del silenzio stampa deciso dalla Società: “Non mi fa piacere che si parli adesso del mio futuro: io sono legato al Parma e ai suoi tifosi e farò il massimo perché rimanga in serie A. Credo nella possibilità di questa impresa e, come sempre, cercherò di offrire il mio contributo perché si concretizzi. http://www.fcparma.com/, 13.05.08


martedì 13 maggio 2008

DON CAMILLO E IL COMPAGNO LUCIANO



Il vate di via Farini, nonché firma cattolica del Foglio, Camillo Langone, sarà questa sera da Pepèn per introdurre una lezione di don Luciano Scaccaglia intitolata "Comunismo e Salvezza: due splendide utopie".

lunedì 12 maggio 2008

LA SINDROME DI CUPER

Un uomo solo al comando
"Ce la faremo, ne sono sicuro. Credo totalmente nel recupero del Parma". Alla presentazione ufficiale nel centro sportivo di Collecchio, 12/03/08.
"Il Parma, nel mondo, è una grande squadra. E tornerà ad esserlo. Le difficoltà ci sono, è evidente. Ma ce la caveremo". Gazzetta dello Sport, 23/04/08.
"Devo essere proprio io il primo a essere equilibrato. L’allenatore deve essere da esempio alla squadra. Più avanti avrò tutto il tempo di mostrare la mia soddisfazione per essere tornato in Italia, adesso non è ancora il momento". 18/03/08.
"Loro verranno qui con lo scudetto già conquistato. E se lo sono meritato". Nelle vesti di Nostradamus al giornalista che gli domandava dell'incrocio con l'Inter all'ultima giornata, Gazzetta dello Sport, 23/04/08.
Ci vediamo a settembre
"Se rimaniamo in serie A probabilmente sarò ancora sulla panchina del Parma". 13/04/08.
"Il Parma sta pensando in vista della prossima stagione di cautelarsi con l’acquisto di un nuovo attaccante. Il nome sarebbe stato identificato con il centravanti del Betis Mariano Pavone. L’ex Estudiantes sarebbe fortemente voluto dal mister Hector Cuper, che ne ha avuto modo di apprezzare le qualità durante l’esperienza sulla panchina del club di Siviglia". Milan News, 27/03/08.
"Tornare in Italia da Cuper? Vedremo". L'ex-centrocampista dell'Inter Francisco Javier Farinos, secondo alcune voci contattato da Cuper per la prossima stagione, al sito Sportal.it, 30/03/08.
Le variazioni di Cuper
"A volte sono costretto a chiedere qualche minimo cambiamento alla squadra, ma nulla di così importante". 22/03/08.
"La novità del modulo tattico con tre difensori ha messo in difficoltà gli avversari". Dopo il deludente pareggio a Empoli, 13/04/08.
Chi mi ama mi segua
"Ho parlato con la squadra e ho chiesto ai ragazzi di mantenere alta la tensione perché non possiamo perdere niente. Il Siena ha la sua strategia ma noi opporremo la nostra tattica. Siamo fiduciosi”. Prima del match col Siena, poi terminato 2-0 per i padroni di casa con doppietta dell'ex Maccarone, 21/03/08.
"Andiamo al Comunale per fare punti". In vista della sfida contro la Juventus a Torino, 13/04/08.
"La partità è difficilissima ma noi saremo competitivi". Ibidem, 15/04/08.
"Al Parma è mancato tutto". Dopo la sconfitta per 3-0 contro la Juventus, 16/04/08.
Tra le braccia di Morfeo
“Morfeo ha fatto solo tre allenamenti completi dopo l’infortunio, ora sta bene ma non e’ al 100%. Lo tengo in grande considerazione e sara’ sicuramente utile per questa difficile fine di stagione”. 12/04/08.
Vita nova
"In questi primi giorni sotto la direzione tecnica di Cuper tutti i giocatori hanno fatto vedere qualcosa in più. Nell’ultimo periodo questo non succedeva. Forse chi giocava sempre non metteva più la massima concentrazione in allenamento e chi finiva spesso in panchina aveva smesso di lottare. Ora invece tutti vogliono dimostrare il loro valore e questo ha fatto sicuramente bene alla squadra". Paolo Castellini, 17/03/08.
Colpi di testa
"Nel secondo tempo la squadra ha perso la testa". Dopo la Waterloo di Roma in cui l'Inter regala lo scudetto alla Juventus perdendo 4-2 contro la Lazio, 05/05/02.
"Credo che innanzitutto bisognerà lavorare sulla testa: mi sembra che le gambe girino abbastanza bene". All'arrivo a Parma, 12/03/08.
"Voglio una squadra con la testa". 13/03/08.
"La squadra deve giocare non solo con le gambe, con la grinta e con la voglia, ma anche con la testa". Mentre prepara il delicato match contro il Napoli, 19/04/08.
"Non siamo stati bravi a gestire la testa". Dopo la disfatta interna contro il Napoli, con la squadra rimasta in otto per le espulsioni di Mariga, Falcone e Gasbarroni, 22/04/08.
"Budino al centro del gioco e tutti gli altri a orbitare attorno: la rivoluzione cupernicana è semplice ed efficace, agisce sulla testa più che sui piedi". Premiata Salumeria Ghirardi, 20/03/08.
Prendi i soldi e scappa
"Il suo Parma è in piena lotta per non retrocedere, ma ieri Hector Cuper ha tirato un bel sospiro di sollievo. Grazie al pareggio ottenuto con il Valladolid, infatti, il Betis Siviglia è matematicamente sicuro di giocare la prossima Liga. Una salvezza che, grazie ad un accordo che risale all'estate scorsa, frutterà all'hombre vertical ben 300mila euro. Cuper ha iniziato la stagione raccogliendo solamente 11 punti in 14 giornate. Un ruolino da penultimo posto, che a dicembre valse all'attuale allenatore del Parma l'esonero. Il presidente dei biancoverdi De Lopera scelse di sostituirlo con il tecnico del Betis B, Paco Chaparro. "Cuper è un gentiluomo", disse De Lopera al momento dell'esonero. Ma Hector aprì ben presto un contenzioso con la società, pretedendo il pagamento dei 300mila euro pattuiti a inizio stagione. Una somma che - chiarì il Betis - sarebbe stata pagata solamente in caso di permanenza nella Liga, dal momento che si trattava di un premio salvezza". Gazzetta dello Sport, 08/05/08.
"Non è una questione di soldi, è una questione di progetti. Se accetto è solo perché voglio aprire un ciclo". Sulle voci di un suo arrivo a Parma, 11/03/08.
"Ieri al campo di allenamento a Collecchio Hector Cuper, che percepirà 200mila euro ed un eventuale premio salvezza, ha ammesso:«Da oggi inizia il nostro campionato, che è formato da undici partite e dobbiamo giocarle tutte dalla prima all’ultima". L'Informazione, 13/03/08.
Avanti Savoia
"Come ho già detto ieri, confermiamo la fiducia a Hector Cuper. Andiamo avanti così". Tommaso Ghirardi, 28/04/08.

CARNE FRESCA

"La società Parma Fc comunica di avere sollevato, in data odierna, il signor Hector Cuper dall’incarico di allenatore. A lui – e al suo vice Gustavo Siviero – va il ringraziamento per l’impegno profuso con competenza e serietà . La conduzione tecnica viene affidata al signor Andrea Manzo, allenatore della squadra Primavera, che sarà in panchina nella partita di domenica 18 maggio 2008 contro l’Inter".
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Con la consueta tempestività, Sua Circonferenza ha dato il benservito anche a Don Ettore, ennesima meteora argentina della panchina transitata sulla via Emilia. L'hombre vertical ha vinto 2 partite su 10, cambiando formazione una volta sì e l'altra pure. Ultimo colpo di genio, la panchina riservata a Cigarini contro la Fiorentina. E ora?, vi domanderete voi. Ora arriva Manzo, Andrea Manzo. Bene. Per salvarsi, come diceva il tale, serve carne fresca.

ALL'INFERNO E RITORNO


Nel repertorio della curva Nord è comparsa ultimamente la storpiatura di "Just can't get enough", l'immortale inno dei Depeche Mode finito in coda all'album d'esordio "Speak and spell" (1981). Al di là del destino inglorioso riservato alla canzone - già bistrattata a sufficienza da una recente pubblicità della Heineken - i 10 minuti trascorsi ieri nel (B)aratro hanno riportato in superficie quel che accadde nel maggio del '96 a Dave Gahan. In seguito a un'overdose, il cuore del cantante e leader del gruppo, all'epoca tossico-dipendente, smise di battere per due minuti: "clinicamente morto" il responso. Ci penso' poi un trattamento alla Pulp Fiction a riportarlo in vita. L'apnea in cui siamo precipitati al Franchi - ovviamente incomparabile quanto a gravità - ci ha ricordato quel viaggio all'inferno e ritorno: "Matematicamente retrocesso" scandiva con spiccata sensibilità il telecronista di Sky dopo la mazzata Semioli-Osvaldo. Ma è stato quando una mano divina si è materializzata per salvarci dal precipizio, regalandoci una settimana in più di vita, che abbiamo vissuto l'orribile; a una manciata di minuti dal termine, quando è giunta l'eco salvifica da Torino, abbiamo provato ciò che non avremmo mai voluto provare. A Luca Bucci, simbolo con quel mitico "salame" di quanto andiamo predicando da anni, chiediamo pietà, perdono e soprattutto comprensione. Facciamo penitenza. Perché quando Del Piero ha messo dentro quel cross di Chiellini; quando i bianconeri hanno agguantato il Catania; quando Madama ha alzato il tacco slanciandosi verso l'1-1 finale. In quel momento, a un passo dalla sentenza di condanna, noi, cresciuti a pane e Ormezzano, lo ammettiamo, abbiamo esultato.

sabato 10 maggio 2008

IL VECCHIO CHE AVANZA



"Tenetevi il miliardo" fu il cavallo di battaglia in sella al quale celebro' anni fa il ritorno nella natìa Livorno. "Il miliardo datemelo" quello con cui si potrebbe accompagnare oggi il suo sbarco in Emilia. Sì, perché il nostro Adorato di soldi ne ha scuciti, e parecchi, per acquisire a titolo definitivo il bomber-editore: circa 5,7 milioni di euro. La metà di quanti ne avrebbe dovuti sborsare per ottenere il cartellino di Giuseppe Rossi. Il che, considerata l'età di Lucarelli (non esattamente un virgulto) potrebbe far pensare ad un investimento rischioso. Coraggioso, affascinante, romantico. Ma rischioso. Premiata Salumeria Ghirardi, 20 gennaio 2008

"In tanti, non tanto a Parma ma sui giornali nazionali, pongono il dubbio sull’acquisto del mio cartellino: 5,7 milioni, secondo loro, sarebbero esagerati per un giocatore di 32 anni. Io dico che, comunque, quel giocatore di 32 anni veniva da 102 gol in 4 anni: quindi non mi sembrano soldi buttati all’aria". Cristiano Lucarelli citato da www.fcparma.com, 8 maggio 2008

Pensavamo che gli acquisti di mercato si basassero sull'esse (per dirla con Lotito) e non sul "come eravamo". Ringraziamo comunque Lucarelli per l'attestato di stima nascosto tra le righe. Che fossimo un blog influente era acclarato: non essere uno dei tanti, però, ci fa librare in aria.

giovedì 8 maggio 2008

TIFARE STANCA


La sua reazione deve essere la bussola emotiva dei nostri amati stronzetti da qui al 4 maggio.

Premiata Salumeria Ghirardi, lunedì 5 maggio.

lunedì 5 maggio 2008

DA BUON CRISTIANO

Ci siamo commossi, via. Inutile negarlo. Quel gol è il simbolo dell'orgoglio che vince la fatica; la forza della disperazione che prevale sulla spossatezza. Quella traversa avrebbe steso chiunque, nel fisico e nel morale: Lucarelli, da buon Cristiano, si è rialzato come un pugile indomito, come un lottatore purosangue. La sua reazione deve essere la bussola emotiva dei nostri amati stronzetti da qui al 4 maggio. Solo quel giorno avremo la chiave del nostro destino, soltanto a quel punto sapremo quale santo ringraziare o meno per aver accolto il nostro voto. Soltanto allora sapremo se l'anniversario preferito da Cuper sarà da spalmarsi su due giornate.

lunedì 28 aprile 2008

ANNUS HORRIBILIS


Stavamo pensando che, a questo punto, potrebbe essere arrivato davvero l’anno tanto temuto. Con un difensore che si fa espellere nel tentativo di andare a segnare da solo. Con un bomber comunista che mostra una trippa degna del miglior bevitore di lambrusco d’oltretorrente. Con un tecnico che toglie il comunista nel momento in cui si deve segnare («servono i suoi gol per salvarsi» aveva detto Sua Circonferenza un bel giorno di gennaio). E poi, ancora, con una squadra che riesce a restituire a "Ciccio" Cozza la duplice gioia del gol. Con un ballerino di samba che si guadagna un rigore per sbaglio poiché ancora una volta aveva atteso troppo prima di tirare. Con un fantasista che ha una fantasia tale da farsi squalificare per due giornate a 360 minuti dalla fine del torneo. Ma soprattutto. Con un tifoso che scompare tragicamente in circostanze ancora da chiarire. Con Carmignani cacciato a pedate. Con Di Carlo preso a calci nel culo, all'inizio e alla fine. Con Berlusconi che rientra al governo. Con la Canalis che si abbassa al sambadero. Con la Santarelli che fa rima con Lucarelli. Con Ghirardi che non ride più. Con la Premiata Salumeria Ghirardi che non riesce più a ridere. Col Settore Crociato di Roma che ci crede. Con noi tutti che, come loro, ci crediamo, però, in fondo in fondo, l’odore del baratro lo sentiamo più vivo che mai. Con tutte queste belle notizie da mettere in saccoccia, a tre giornate dal termine e tanta, tanta, tanta paura. Con tutto questo, noi stavamo appunto pensando: ma non doveva essere il Mille l’anno di merda dell’umanità?

mercoledì 23 aprile 2008

LA REGINA ELISABETTA












"Se noi andiamo a Roma solo ad allenarci, senza dirci niente, senza vivere ogni momento insieme, non servirebbe a nulla. Bisogna approfittarne per stare tutti insieme il maggior numero di ore possibile al giorno, così c’è il tempo per fare conversazione, per fare doppi allenamenti, per vedere le partite, per vedere un film...". Don Ettore ha perfettamente ragione, ci mancherebbe altro che ognuno se ne andasse a zonzo per gli affari suoi in un momento così delicato. Certo, ci domandiamo noi, c'era bisogno di utilizzare tutte queste perifrasi per intimare alla Canalis di trovarsi un altro accompagnatore per i prossimi 4 giorni?

martedì 22 aprile 2008

IL "LATO B"









Siamo rimasti di stucco nell'apprendere come la sostituzione di Budan con Morfeo, nell'intervallo di domenica, sia stata dettata da un ragionamento di natura tecnica: credevamo ci fossero di mezzo un infortunio, un affaticamento o un dolore muscolare. Niente di tutto questo. L'accaduto sgombra il campo dai dubbi: don Ettore è uno che segue l'istinto, sperando, poi, che a completare l'opera siano gli astri, il fato o un colpo di fortuna. Congetture? Potrà anche darsi. Ma l'unico appiglio su cui possiamo contare oggi, a quattro giornate dalla fine, si chiama fondoschiena. Quando il destino è cinico e baro: costretti a riporre le proprie speranze di salvezza nel "lato B".

lunedì 21 aprile 2008

SI SALVI CHI PUO'











Il fatto è stato riportato in cronaca dai quotidiani di ieri. Sabato, sul Lago di Garda, set di alcuni ciak mozzafiato del prossimo episodio di 007, si è rischiata la tragedia: lontano dalle riprese, uno stuntman ha perso il controllo dell'Aston Martin su cui viaggiava, a ridosso di Riva, forse per l'eccessiva velocità, forse per l'asfalto bagnato, ritrovandosi alle prese con un volo di oltre 30 metri conclusosi, per la macchina, nell'acqua gelida del lago. L'uomo, evidentemente avvezzo a numeri simili, è riuscito a liberare l'abitacolo mentre l'auto era ancora in aria, evitando così di essere risucchiato durante l'affondo del veicolo. Dopo l'ennesima prova d'imbarazzante ignavia, ci domandiamo se il Parma di oggi, anch'esso in caduta libera, sia in grado di abbandonare il treno che porta alla B prima che questo concluda la sua corsa. Perché, piaccia o meno, su quel treno noi ci stiamo viaggiando e diamo l'impressione di trovarci dannatamente a nostro agio. A regalarci il biglietto di prima classe è stato Domenico Di Carlo. A vidimarlo, finora, è stato don Ettore (1 vittoria su 7 partite). Non sembrano molti quelli intenzionati a salvarsi la pelle prima dell'impatto: di certo non Falcone e Gasbarroni, i quali hanno visto bene, con la squadra sotto di un gol e in inferiorità numerica, di farsi cacciare dall'arbitro anziché dare man forte alla rimonta. “Sono molto dispiaciuto per i tifosi veri, quelli che vogliono bene al Parma, che fanno sacrifici per comprare il biglietto e per seguire la squadra in trasferta, persone che passano, insieme a noi, le domeniche peggiori". Con queste parole, a fine gara, Sua Circonferenza, ci aveva rinfrancati. Poi, purtroppo, ha proseguito: "Mi ero ripromesso di non parlare più di arbitri, ma anche oggi siamo stati penalizzati. Non si può andare avanti così: se si vuole fare del Parma una vittima predestinata ci si sta riuscendo. Ci stanno portando via punti tutte le domeniche. Non credo ci sia premeditazione, se no me ne sarei già restato a casa mesi fa, ma con noi succedono le cose più strane ed impossibili: faremo un Dvd con quello che è successo". Ora, fossimo nel Sommo, lasceremmo perdere il video-registratore (anche perché sarebbe costretto a riguardarsi il rigore fantasma su Dessena che ci ha regalato i tre punti contro il Palermo) e cominceremmo a strigliare sonoramente quelli che sono scesi in campo ieri. Ma, soprattutto, quello che dal campo sono usciti anzitempo, permettendosi il lusso di lasciare al loro destino i compagni, a 4 giornate dalla fine e con una squalifica certa alle porte. Proprio quel che ci voleva in vista di Reggio Calabria. Al Granillo, tra sei giorni, sapremo qualcosa di più su quel che ci attende fra cinque mesi. Nell'attesa, di una cosa i giocatori possono stare certi. Se qualcuno vuole abbandonare la barca mentre questa affonda, è libero di farlo. Raggiunta la riva, pero', ci saranno ben altro che bagnini ad attenderlo.

sabato 19 aprile 2008

CHIUSO PER LAVORI


Ci scusiamo ma siamo ancora alla ricerca di un senso da attribuire alla gara di mercoledì...

martedì 15 aprile 2008

IL VIMINALE SI E' FERMATO A EMPOLI


Domenica non è successo nulla. Merito di chi ha deciso di vietare la traferta ai tifosi crociati. Ma soprattutto merito dei tifosi crociati, che alla trasferta hanno partecipato lo stesso. Prendendo a pesci in faccia l'ipocrisia dell'Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Detto questo, non vorremmo lasciar cadere nel vuoto l'appello di don Ettore a "non avere paura". Specie in vista della trasferta di domani contro l'ex-banda bassotti del calcio italiano. Specie dopo il pareggio scialbo di domenica. Ecco. Il messaggio è questo: "Niente paura". Senza tralasciare, ovviamente, il fatto, ben noto e sottinteso, che a noi, amanti dei reggiani Offlaga Disco Pax, devoti al bel canto e alla melodia sana e spontanea, a noi, di grazia, Ligabue ci fa cagare.

lunedì 7 aprile 2008

BUON NATALE


Ieri un quotidiano locale aveva ricordato molto opportunamente come aprile fosse il mese di Reginaldo. Ora, noi non sappiamo se quell'articolo celasse un messaggio in codice rivolto a qualche spia. E non sappiamo neppure se si trattasse di un nuovo rito di auto-flagellazione. Quello che sappiamo, visti i due assist di ieri, prima a Pandev, poi a Bianchi, coincisi con altrettante sberle al povero Bucci, è che questo sarà pure il mese di Reginaldo. Tuttavia, mentre noi consumiamo i rimasugli delle uova di cioccolata, il sambadero pare ancora intento ad addobbare l'albero. Ma, soprattutto, a consegnare i regali.

domenica 30 marzo 2008

SENZA PAROLE


MILANO - Un tifoso del Parma, Matteo Bagnaresi di 27 anni, è stato travolto e ucciso nell'area di servizio Crocetta Nord, al chilometro 48 dell'A21 Piacenza-Torino, da un pullman di tifosi della Juventus. Il mezzo era vuoto e l'autista stava facendo manovra quando è avvenuto l'incidente. Prima dell'incidente, nell'area di servizio ci sarebbero state schermaglie tra le due tifoserie. Bagnaresi, che viveva a Parma, è morto sul colpo. L'autista è stato interrogato ed è indagato per omicidio colposo, ma il magistrato non ha disposto nei suoi confronti l'arresto. Ha ribadito agli investigatori di non essersi accorto di nulla e di essersi fermato in autostrada, a poca distanza dall'area di servizio dove è avvenuto l'incidente, perché alcuni dei tifosi sul bus gli hanno segnalato che era successo qualcosa. Bagnaresi è stato colpito vicino alle colonnine di rifornimento di carburanti. Laureato, lavorava per una cooperativa e viveva nella città emiliana con i genitori. Faceva parte del direttivo dei 'Boys', il gruppo ultrà che domina la Curva Nord allo stadio Tardini, e aveva da poco riottenuto il diritto di andare allo stadio: per gli incidenti del 6 gennaio 2005 tra ultrà parmigiani e bianconeri durante Parma-Juventus era stato raggiunto da un Daspo, il divieto a partecipare a manifestazioni sportive, della durata di 3 anni. Militante della sinistra antagonista, era attivo nell'ambito dei centri sociali di Parma che fanno riferimento al Mariano Lupo. da Corriere.it

mercoledì 26 marzo 2008

TU CHIAMALO SE VUOI ZENONI


L’estro pasquale di sabato, che in un match decisivo per la salvezza ha permesso al Siena di portarsi in vantaggio a tempo quasi scaduto grazie ad un suo fallo da rigore, ha definitivamente sgombrato il campo dai dubbi sulla genialità di Damiano Zenoni, un uomo, un giocatore e un difensore fuori dal comune, dalle regole e da ogni schema logico fin qui concepito: un Apollo della sfera le cui creazioni lasciano sempre a debita distanza la fantasia dei comuni mortali. Lo raggiungiamo telefonicamente nel suo appartamento di Colorno, dove sta prendendo ripetizioni di matematica da un professore del prestigioso liceo Ulivi.
Allora, Zenoni, a che punto è?
Alla tabellina del 4.
No, intendevamo: “A che punto è la sua avventura in maglia crociata”?
Spero sia solo all’inizio: questo era l’anno di adattamento
Stupisce che non le abbiamo ancora proposto un quadriennale.
Strano, sì. Da parte della società mi sarei aspettato qualche attenzione in più, soprattutto dopo la rinuncia al battesimo di mio nipote per partecipare alla trasferta di Siena.
Ecco, appunto, non poteva andarci al battesimo?
Avevo già dato la mia parola a Cuper.
E lui l’ha accettata...
Sì.
Sulla parola d’onore non si mente. Bravo.
Grazie.
Prego.
Si figuri.
Vogliamo andare avanti fino a domani?
Sì.
Torniamo alla partita del Franchi. A gara praticamente conclusa, con un punto in saccoccia e tanto morale in vista di Torino, lei ha regalato ai padroni di casa il calcio di rigore della vittoria, abbracciando Maccarone in piena area. Come le vengono?
Lascio che sia l’estro a guidarmi: in quel momento l’istinto mi diceva di fare così.
E quand'è che scatta l’intuizione nella testa del genio? Quand’è che si capisce che da lì a qualche secondo arriverà l’invenzione, o, nel suo caso, la cazzata?
E’ un momento magico. La citrosodina sale e...
Voleva dire l’adrenalina?
Sì, sì, grazie. Dicevo, l’aspirina sale e il corpo diventa tutto un fremito, si suda parecchio e si è pervasi da una specie di forza centripeta.
Complimenti. A Roma, la Lazio vinse grazie ad un gol allo scadere di Firmani: il destro rimpallò addosso ad un difensore crociato che passava di lì per caso, spiazzando l’incolpevole Bucci. Quel difensore, guarda a volte gli astri, era lei.
Sono come Totò, quando vedo un buco mi ci ficco.
Più che nei buchi, lei è bravo a ficcarsi nei guai. E a ficcarci dentro gli altri. Sul suo sito, www.sandrokan.it, il giornalista della Gazzetta Sandro Piovani ha dimostrato, dati alla mano, che senza di lei il Parma sarebbe a pari punti con la Fiorentina, in lotta per la Champions League.
(Ride, ndr.)
Cosa ride? Vuole che le mandi un commando di canuti bocciofili del Parma Club Petitot?
Sì.
A proposito di tifosi: qualcuno, osservandola in campo, ha paragonato il suo sguardo a quello di un orso dello Utah mentre si appresta al letargo. Vuole rispondere?
Non conosco lo Utah.
Un’ultima cosa: sul gol del 2-0 di Maccarone, lei, che doveva marcarlo, dov’era?
Mi ero fermato ad ascoltare i cori dei supporter gialloblu. Mi sembrava ce l’avessero con me.
Era sicuramente una sua impressione.
Boh.
In futuro, dopo questa bella sorpresa nell’ovetto di Pasqua, pensa di farsi perdonare?
Sì.
Grazie.
Prego.
Si figuri.

giovedì 20 marzo 2008

LA RIVOLUZIONE CUPERNICANA










Budino al centro del gioco e tutti gli altri a orbitare attorno: la rivoluzione cupernicana è semplice ed efficace, agisce sulla testa più che sui piedi, e ci regala il miglior conte Igor, quello acqua e sapone nonché totem di riferimento per i compagni, pronto a proteggere palla e far ripartire la manovra, ma anche, all'occorrenza, impostare il gioco e dare il la al contropiede. Un Budino pane e vino, rinfrancato dal vaccino di Chabas e indomito lottatore fino all'ultimo: standing ovation. Il Nostro Adorato, intanto, in estasy di fronte al freddo e pacato portamento di don Ettore, vede Argentina ovunque mentre lo chef della reggia di Carpenedolo assicura che da diversi giorni non è più lui. Dopo essersi iscritto al corso di tango del Circolo Castelletto di via Zarotto, ieri sera Tommaso I ha installato fornelli e pentole nello spogliatoio, dove, a fine gara, ha accolto Cuper e i ragazzi con un fumante buffet a base di empanadas e tortillas. Accompagnati dalle note di Astor Piazzolla eseguite alla chitarra classica da Medeghini, per l'occasione con tanto di sombrero in testa, i crociati hanno festeggiato fino alle 2 di notte, intervallando i vari "Hector, te quiero" e "Adios Di Carlo" a rapide improvvisate nell'incredula sala stampa. Conclusi alla grande i bagordi con un assolo di bandoneon sotto l'acqua scrosciante della doccia, Sua Circonferenza ha trasferito l'intera carovana in piazza Garibaldi dove, tra una foto a cavallo dell'"Eroe dei due mondi" e una sassaiola contro le vetrine dell'Orientale, si è fatta allegramente l'alba. E' a quel punto che, in una Parma ancora sprofondata nel sonno, il Presidente, fresco come una rosa, ha scardinato l'ingresso del negozio ufficiale della società, a due passi da piazza della Steccata, per improvvisare nella deserta via Cavour una passerella dedicata alla moda primaverile, vestendo personalmente ogni singolo giocatore con i capi rubati dalle vetrine e quelli rinvenuti in magazzino. Non trovando una taglia sufficiente a contenere le proprie grazie, espanse ulteriormente dall'abbuffata, il Sommo, piuttosto adirato, ha preparato la lettera di licenziamento per le commesse dello shop, auto-nominandosi direttore ad interim dell'esercizio. Chiusi i festeggiamenti assieme alla squadra sotto casa di Vignali, al grido di "Budan sindaco", Sua Circonferenza ha fatto ritorno al Tardini per recuperare alcune carabattole, tra cui le chiavi di casa, dimenticate nel frigo del bar adiacente la tribuna stampa. Stravolto dalla nottata e reso irriconoscibile dalla divisa a maglietta e pantaloncini corti indossata in occasione del pret a porter, il Magnifico, scambiato per un invasato della Nord, è stato bloccato ai cancelli dal servizio di sicurezza. La furia verbale del Nostro Adorato si è abbattuta dapprima sugli agenti e, in seguito, sul servizio di scorta. Filmato dalle telecamere e oramai stremato dalle urla, Tommaso I è riuscito infine a varcare il portone sfondandolo di peso dopo una rincorsa partita dalla rotonda del Petitot. Subito bloccato, per lui è scattato il Daspo con una diffida di 3 anni e l'obbligo di firma in questura ogni domenica.