giovedì 28 febbraio 2008

MIMMO BAUDO


A Di Carlo le voci di un possibile esonero emerse in settimana non hanno fatto né caldo né freddo: "Mi sembrava di essere al Dopo Festival: tante chiacchiere, alle quali io non faccio assolutamente caso". Buon per lui. E per noi, che ringraziamo Lucarelli in virtù del gentile omaggio recapitato alla Curva con un po' di ritardo ma infine recapitato: altri 10 minuti e probabilmente le orecchie del tecnico avrebbero assaporato una musica ben più stridula di quella della Berté o dei vari Tricarico, Cutugno e compagnia cantando. Anche Sua Circonferenza, al termine della gara, ha smentito ogni insinuazione: "Con lui ho sempre avuto un rapporto molto chiaro, sincero, gli ho dato fiducia e continuo a dargliene. Non abbiamo mai parlato di esonero". E ancora: "I cambi, questa sera, sono stati perfetti: a Torino avevo detto che il mister li aveva sbagliati, ma se non posso permettermi di fare un commento cosa faccio: spendo e basta?". A dimostrazione, tuttavia, di come la situazione in casa crociata prima di ieri non fosse poi così stabile - ma anche della straordinaria eleganza del Nostro Adorato nel metterti pressione - pubblichiamo di seguito due intercettazioni forniteci dalla Procura della Repubblica in combutta con Sandro Piovani. Il giornalista della Gazzetta non le pubblicherà poiché, ci ha spiegato, "se fossi uno degli interlocutori, mi darebbe fastidio leggere frasi mie sul giornale: non voglio e non posso attribuirmi un peso diverso da quello di Ghirardi". E su questo, a onor del vero, non ce la sentiamo di dargli torto.

Martedì 25.02.08, ore 23.57
Ghirardi: "Sono Tommaso"
Di Carlo: "Salve"
Ghirardi: "Salve saranno Empoli e Udinese, porca di quella puttana"
Di Carlo: "Scusi, presidente. Non volevo fare dell'ironia. Per servirla".
Di Carlo: "No, niente. Ero al telefono con De Biasi ed è saltata la linea: nel richiamarlo ho fatto il numero sbagliato. Non si preoccupi, torni pure a dormire"

Mercoledì 26.02.08, ore 02.05
Ghirardi: "Sono Tommaso"
Di Carlo: "Buonanotte"
Ghirardi: "Ah, è casa Marzullo. Scusi, ho sbagliato numero"
Di Carlo: "No, presidente. Sono io, Di Carlo"
Ghirardi: "Ma certo che è lei, lo so. Stavo scherzando. Volevo scusarmi se prima sono stato un po' brusco. Sa, noi bresciani a volte eccediamo in schiettezza"
Di Carlo: “Ci mancherebbe”
Ghirardi: “E visto che non mi piace dire le bugie, volevo anche rassicurla: non stavo parlando con De Biasi"
Di Carlo: "Beh, questa è una bella notizia, presidente. Non le nascondo che per un attimo..."
Ghirardi: "Ero con Giampaolo. Mi è venuto in mente De Biasi perché mi ha chiamato mentre ero a cena e siamo stati a chiacchierare per due ore. Fino a quando non ho dovuto riagganciare perché avevo l'altro in linea che aspettava. E’ stato un banale lapsus. Anzi, un copsus, come disse alle Iene quell'onorevole di An che scambiò Mandela per un presidente sudamericano. Si ricorda?”
Di Carlo: "(ansimante) No, faccio fatica"
Ghirardi: "Non si preoccupi, sarà l’ora tarda. Sereno riposo”
Di Carlo: “(voce rotta) Grazie presidente, anche a lei”

lunedì 25 febbraio 2008

WANTED

Pubblichiamo di seguito il testo della canzone Robespierre, tratta dall'entusiasmante disco d'esordio dei reggiani Offlaga Disco Pax, Socialismo Tascabile. Come ebbe a dire Irvine Welsh commentando un libro sul calcio inglese: "Compratelo. Rubatevelo. O fatevelo prestare".

Ho fatto l'esame di seconda elementare nel 1975. Il socialismo era come l'universo: in espansione. La maestra mi chiese di Massimiliano Robespierre. Le risposi che i Giacobini avevano ragione e che, Terrore o no, la Rivoluzione Francese era stata una cosa giusta. La maestra non ritenne di fare altre domande. Ma abbiamo anche molti ricordi di quel piccolo mondo antico fogazzaro:
l'astronave da trecento punti di Space Invaders,
Enrico Berlinguer alla tv,
le vittorie olimpiche di Alberto Juantorena in nome della Rivoluzione Cubana,
i Sandinisti al potere in Nicaragua,
il catechista che votava Pannella,
gli amici del campetto passati dalle Marlboro direttamente all'eroina alla faccia delle droghe leggere,
i fumetti di Zora la vampira porno e la Prinz senza ritorno,
il referendum sul divorzio e non capivamo perché Se vinceva il No il divorzio c'era e se vinceva il Si non c'era,
Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese,
i Van Halen,
la prima sega,
la vicina di casa, un travestito ai più noto come Lola che mia madre chiamava Antonio con nostro sommo sbigottimento,
Jarmila Kratochivilova,
il Toblerone, qualcuno sa perché,
una scritta degli ultras della Reggiana dopo il raid aereo americano su Tripoli negli anni ottanta. Diceva: "grazie Reagan, bombardaci Parma" ,
e poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago,
e la grande banca non più locale con sede in Via Rivoluzione d'Ottobre,
e infine il mio quartiere, dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%.

domenica 24 febbraio 2008

TORO DA (RI)MONTA


A Torino impazzì Nietzsche, figuriamoci se una cosa del genere non poteva capitare al Parma. Follia pura, quella di ieri sera. Peggio avevano fatto soltanto gli svedesi dell'Halmstad, in quel secondo turno di Coppa delle Coppe nel '95/'96 al Tardini quando mandarono alle ortiche le tre sberle dell'andata subendo 4 gol dalla banda di Nevio Scala. Non c'è forse paragone migliore per tracciare i contorni definiti dello sconforto che ci ha avvolti ieri sera. Oltre che masochista, il Parma cinematografico di quest'anno è un meraviglioso talent-scout: dopo aver portato alla ribalta il Cavaliere Jeda, ieri è toccato pure a Sylvester Stellone, in formato mundial con tanto di scatto da centrometrista in occasione del primo gol e rinascimentale girata al volo sul secondo. Dopo il toro da monta, c'è toccato battezzare pure quello da rimonta. Scriveva Indro Montanelli: "Berlusconi non delude mai: appena ti aspetti che dica una sciempiaggine, la dice". Ecco, il Parma di quest'anno è così: appena ti aspetti che faccia una cazzata, la fa. Contro l'Atalanta mugugni: "Sta a vedere che Bellini scaglia un destro da 25 metri e la piazza all'incrocio". Dopo qualche minuto, Bellini scaglia un destro da 25 metri e la piazza all'incrocio. Contro il Siena sospiri: "A questo punto solo un autogol può sbarrarci la strada". Qualche secondo e Galloppa la spara da fuori area con Rossi che di ginocchio spiazza Bucci. Stessa cosa ieri sera. Budan piazza il 4-1 e tu rifletti: "Figurati se prima del riposo non gli concedono un'altra chance". Neanche il tempo di finire la frase che Natali ha già riportato il pallone sul cerchio di centrocampo. Il resto del match ve lo risparmiamo. Sua Circonferenza, nel frattempo, è uscito dallo stadio sconsolato, per la gara e per gli insulti ricevuti in tribuna. Lamentato davanti ai taccuini il trattamento scortese e rispedita a casa l'intera squadra su un treno Intercity, il Nostro Adorato, libero a quel punto dalle scocciature, ha deciso di lasciarsi andare ai bagordi della movida torinese. Dopo una capatina meditativa alla basilica di Superga, è partito il tour delle enoteche. Dalla Casa del Barolo alle Cantine Barbaroux, da Le vitel étonné al Centro Bere 2, Sua Tommasità ha voluto tastare con mano la qualità dei vigneti piemontesi. Terminato il giro degli "aperitivi", il presidente si è recato alla sede Rai di via Verdi, dove ha coinvolto i passanti in una manifestazione di protesta contro la lottizzazione del Cda e a favore dello spostamento in prima serata della "Prova del cuoco", il programma dedicato ai fornelli di Antonella Clerici. Fatto sfollare dalle forze dell'ordine assieme ad altri 50 nullafacenti che erano lì per caso, Ghirardeau si è fatto poi scortare da alcuni clochards fino alla Mole, prima di abbandonarsi in un ristorante di piazza Castello ai piaceri degli agnolotti e della bagna cauda. Il clou della serata è arrivato verso le 2 quando, alzatosi barcollante da tavola, il Magnifico ha puntato verso il Po per una visita ai locali dei Murazzi. Dopo essersi scolato due bottiglie di Barbera assieme a Gianni Vattimo, Ghirardi si è immolato alla consolle per un dj set assieme a Boosta dei Subsonica. Terminata l'esibizione, i due si sono concessi un bagno rinfrescante sulle sponde cittadine del fiume. Alle 6 il Magnifico ha fatto ritorno nella propria suite d'albergo al Lingotto. Rientrata nel frattempo alla stazione di Parma in tarda mattinata, la squadra è stata accolta al suo arrivo da una festosa delegazione del Comune capeggiata dal sindaco Pietro Vignali, all'oscuro di tutto avendo spento soddisfatto il televisore dopo la rete di Budan. Dopo aver scambiato il responsabile dello staff medico Manara per il capostazione, il primo cittadino ha abbracciato giulivo e sorridente Morrone per lo spendido gol del 3-1. Pensando a una presa in giro, il mastino lo ha salutato con un destro in pieno volto spedendolo al Pronto Soccorso. Terminate le medicazioni, Vignali, seguendo le orme del collega di partito Renato Schifani, ha fatto sapere di aver aspettato in fila il proprio turno fuori dalla sala ambulatoria come tutte le altre persone.

lunedì 18 febbraio 2008

DATEGLI UN PUNTO E...


Come sette giorni fa, anche sabato sera, dopo il match contro il Milan, il tecnico Di Carlo ha esultato per il pareggio dispensando elogi a squadra e preparatori. Date un punto a Di Carlo e, statene certi, lo farete contento. Per le gare a venire, tuttavia, sarà bene tenere a mente che nella storia qualcuno avrà anche detto “datemi un punto e vi solleverò il mondo”. Ma non abbiamo mai sentito nessuno dire: “Datemi un punto e vi solleverò la classifica”.

mercoledì 13 febbraio 2008

LO SPEZZATINO


E' sempre un piacere ascoltare le idee atte a migliorare "il prodotto calcio" dell'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. Dall'alto dei prestigiosi incarichi fin qui ricoperti nel mondo del pallone, nonché di una riconosciuta autorità in materia - recentemente rafforzata dal rinvio a giudizio sportivo con l'accusa di violazione dell'articolo 1 causa plusvalenze fittizie iscritte nel bilancio rossonero del 2003 - l'amabile vicepresidente della squadra che il Parma riceverà sabato al Tardini ha commentato con entusiasmo la scelta di spalmare le partite di serie A del prossimo turno per evitare sovrapposizioni tra le gare di cartello: "E' il modo giusto per valorizzare il prodotto calcio - ha sviolinato il geometra monzese ed ex-presidente della Lega -. Avendo la fortuna e forse l'occasione unica di avere Juve, Inter, Milan e Roma che giocano lo stesso giorno non c'è altra soluzione e quindi plaudo all'iniziativa". Anche noi, in vena di leggerezza calviniana, "plaudiamo" all'iniziativa. La quale dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la stretta dipendenza tra televisione e calcio. Quella tra televisione e Galliani, invece, è un dato oramai "di costume", vista la stretta parentela col sovrano di Arcore. Non vogliamo però rimarcare il problema del conflitto d'interessi, diffuso a macchia d'olio nella società e quindi pure nel calcio. O almeno non ora. Alla luce del suo apprezzamento per la nuova iniziativa, preferiamo infatti regalare allo zio Fester un umile suggerimento sulla stessa linea per migliorare ulteriormente "il prodotto Milan". Lo invitiamo a prendere Milan Channel, il "grande fratello" satellitare che trasmette 24 ore su 24 ore tutto ciò che accade nella casa rossonera, e ridefinirne il palinsesto. La nostra idea è semplice: dopo la crema per la ricrescita dei capelli resa immortale da Ronaldo, spalmiamo anche gli allenamenti. La tua squadra è formata da campioni come Pirlo, Kakà, Gilardino e Pato che presi da soli valgono il prezzo del biglietto, o, ancor meglio, dell'abbonamento televisivo? "Avendo la fortuna e forse l'occasione unica" di avere tutto questo ben di dio a Milanello nello stesso giorno, dirottiamo ognuno di loro in una fascia oraria ben precisa. Gli scatti sulla breve distanza di Ronaldo? Alle 8 di mattina. In questo modo un tifoso che si prepara per andare al lavoro inizia al meglio la giornata vedendo il brasiliano già intento di prima mattina a faticare sulle gambe e a smaltire il grasso residuo. "Stiamo lavorando per voi" in scivolamento sullo schermo in basso. Alle 12 le punizioni di Pirlo. Alle 14 le flessioni di Kakà. Allenamento spalmato, uno a turno e telecamera puntata sul singolo giocatore. Avanti così, fino a sera. Tanto per non doverseli guardare tutti nello stesso momento. Al povero Kalac toccherà pure distendersi sui rigori a notte inoltrata. Ma si sa: questo ed altro per aumentare la qualità del prodotto. Ansiosi di ammirarlo dopo domani seduto in tribuna, magari in una delle sue sobrie pose da partita, mandiamo un caro saluto a Galliani. A Sua Circonferenza, invece, trasmettiamo la nostra sincera solidarietà: letto uno dei titoli diffusi su Internet per raccontare la proposta, si era già fatto travolgere dall'entusiasmo. Apriva così il sito della Gazzetta: "Galliani. La A spezzatino? Così si valorizza il calcio". Sentendo parlare di carne, il Nostro Adorato aveva già messo mano alle posate. Ne comprendiamo la delusione. Non possiamo, però, esimerci dallo stigmatizzare quella che ci appare come una versione pallonara della legge elettorale ribattezzata "porcellum", partorita sulle valli del Cadore, tra un rutto e una birra, da alcuni ruspanti esponenti leghisti. Caos e una miriade di cellule partitiche ha provocato quella. Caos e una miriade di partite provocherà questa. E in entrambi i casi, va detto, il "prodotto" magari miglioransi. Ma di "porcata" trattasi.

martedì 12 febbraio 2008

UNO DE MELO



"De Melo è nostro, perché il contratto con il Parma è stato depositato prima di quello col Palermo, precisamente un'ora e quaranta prima. Non c'è motivo di temere: De Melo è nostro". Tommaso Ghirardi, Italia 1 - Controcampo, 20.01.08
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Situazione chiarita per l'ingaggio di De Melo: il Parma ha ritirato il precontratto dell'attaccante brasiliano che a giugno sarà del Palermo. Lo ha detto il direttore dell'area tecnica del Parma Andrea Berta. De Melo, fino a fine stagione ai francesi del Le Mans, aveva firmato il precontratto sia con i siciliani sia con gli emiliani e rischiava una pesante squalifica. Ansa, 08.02.08.
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Vogliamo incoraggiare il Nostro Adorato, che troverà sempre in noi un punto d'appoggio e di critica cui fare riferimento. Sono cose che succedono. E poi, come dicono sulla Tiburtina: "A preside', 'un se preoccupi. E' soltanto uno de meno". Anzi, "De Melo".

lunedì 11 febbraio 2008

UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA









Muslimovic che in 1 ora e mezza segna tanti gol quanti ne aveva realizzati in tutta la stagione passata. Meno uno. Muslimovic che rincorre e agguanta da solo la Fiorentina allo scadere. Muslimovic che viene celebrato in trionfo sotto la curva, tra gli abbracci dei compagni. E poi, Morfeo che viene portato in panchina. Morfeo che ancora una volta dispensa borracce anziché assist. Il solito sconosciuto che si trasforma in fenomeno e la piazza sotto l'incrocio dei pali come Nedved. Reginaldo che salva la patria realizzando il gol del pareggio e si becca la palma di migliore in campo. Di Carlo che nonostante 1 tiro in porta nell'intera ripresa fa i complimenti a sè e alla squadra tutta. Di Carlo che ai microfoni parla di "punticino importante". Nanni Moretti che odia chi dice "un attimino". Noi che odiamo chi dice "un punticino". Lucarelli che si fa male da solo e guadagna anzitempo gli spogliatoi. Corradi che lo sostituisce e si fa ammonire poco dopo. Corradi che salterà il match col Milan perché quando difende non conosce la differenza tra palla e piede. Ma soprattutto, il telecronista che, a metà ripresa, dopo un affondo del Cagliari, se ne esce così: "Zenoni salva tutto". Tutto questo in soli due giorni. Tutto questo per dire che se Corradi, alla vigilia, l'aveva definita "l'ultima spiaggia", noi, quella di ieri, ci auguriamo sia stata "l'ultima volta".

sabato 9 febbraio 2008

TOMMASO VEDE E PROVVEDE










"C'E' MORFEO COL PARMA - DI CARLO LO HA PORTATO A CAGLIARI, L'OSTRACISMO E' DURATO 61 GIORNI. NON CERTO BUONI PER LA SQUADRA
L'ostracismo è finito dopo 61 giorni: Domenico Morfeo ieri è stato inserito nella lista dei convocati per Cagliari - Parma di domani ed è regolarmente partito per la Sardegna con i compagni... Il giocatore di maggior talento del Parma aveva conosciuto l'oblio forzato nelle ultime sei gare. L'ultima volta che lo si era visto in campo datava 9 dicembre: Napoli - Parma. Da allora più nulla...Morfeo si allena, gioca ogni tanto anche le partitelle infrasettimanali, ma Di Carlo testardamente non lo convoca più... Esilio terminato, finalmente. Ed è lecito pensare che ora ci sarà da divertirsi". Lorenzo Longhi, Corriere dello Sport, 09/02/08.

Ordunque. Che il Nostro Adorato leggesse il blog lo potevamo intuire. Che affidasse ai nostri post il compito di dargli la buonanotte, pure. Ma che se ne servisse come consulenza per decidere le mosse future. Che ne tenesse conto al momento di dare i compiti per casa a Di Carlo. Insomma, che ricorresse a noi per decidere il reintegro di un giocatore. A tutto questo, lo ammettiamo, non eravamo preparati. Visto dunque l'effetto immediato sortito dalla moratoria, il blog si prende qualche giorno di pausa per riflettere. In essa crediamo. Anche se qualcuno potrebbe chiedersi, a questo punto, che senso abbia raccogliere firme nel momento in cui ci basta uno schiocco di dita per decidere il destino della squadra. Invitiamo quindi tutti coloro che se la sentano di farlo ad aderire. Il fantasma della recidiva, infatti, è sempre dietro l'angolo. Detto questo, l'iniziativa è stata finora breve ma intensa. E, d'altronde, non è la brevitas una virtù classica?

giovedì 7 febbraio 2008

LA MORATORIA PER DOMENICO MORFEO


Se fosse ancora vivo, Nietzsche definirebbe il Parma di oggi una squadra apollinea. Il blogger Frankie Hi Netter, che fortunatamente respira ancora, vuole invece organizzare “una petizione per rinnovare il contratto di Morfeo e per reintegrarlo in rosa”. L’affermazione con cui chiosa la sua proposta trova consenziente riverbero nei nostri cuori crociati: “Non se ne può più!”. Ci accingiamo, dunque, a lanciare la moratoria a favore di Domenico Morfeo. Affinché gli siano restituite le pari opportunità. Nei confronti dei compagni di squadra, s’intende. Sì, perché oggi, il numero 10 non solo non siede in panchina alla domenica, ma non viene nemmeno convocato per le partite. Alla base di questo divorzio all’italiana vi sarebbero i litigi con il tecnico Domenico Di Carlo. In realtà, questa separazione casalinga ci ricorda tanto episodi del passato basati su puerili incomprensioni e inutili testardaggini. La rottura tra Carlo Ancelotti e Gianfranco Zola, tanto per citarne uno. O quella tra Marcello Lippi e Roberto Baggio, andando a braccio. Denominatore comune: il danno al bene collettivo. Tornando all’oggi, ci paiono assodate le responsabilità del calciatore, il quale di certo non si è prodigato per mutare il corso degli eventi. Bene ha fatto la firma di Repubblica Gianni Mura a rifilargli un bel 5 in pagella a fine anno causa intemperanze disciplinari. Tuttavia quello che ci aspettiamo, e in tal senso non siamo per nulla fiduciosi, è un’apertura intelligente e modesta da parte dell’allenatore, ossia colui che fino ad ora ha ricoperto tutti i ruoli, tranne quello del conciliante interlocutore. Secondo Ardengo Soffici era meno difficile essere un genio che trovare chi fosse capace di accorgersene. Quello che stentiamo a comprendere è se Di Carlo non se ne sia ancora accorto per ingenuità o per arroganza. Infatti, che a Morfeo possa essere conferito tale attributo ci pare fuori discussione. Non vogliamo ricordare tutti gli apporti garantiti negli ultimi anni dal pizzaiolo di via Farini alla causa crociata. Così come non vogliamo nemmeno elencare le occasioni in cui l’estro ha lasciato il posto alla follia. Non lo vogliamo fare perché, prendendo a prestito le parole di Seneca, sappiamo che “non è mai esistito ingegno senza un poco di pazzia”. E, sinceramente, tra il filosofo del De Tranquillitate Animi e quello del 4-4-2 con Corradi e Lucarelli soli là davanti, scegliamo il primo. Mai come in questo momento, con l’arrivo di un attaccante di razza quale l’ex bomber del Livorno, ci sembra che le prestazioni del Mimmo ducale siano fondamentali per innescare la miccia. E per accendere un gioco che, nonostante l’impegno e la buona volontà di Gasbarroni e Pisanu, stenta a decollare. Eppure, fin dall’inizio del campionato è apparso a tutti chiaro come di spazio per Morfeo ce ne sarebbe stato gran poco. Se la scelta è quella di insistere in una direzione diversa, siamo pronti ad accettarlo. Quello che non accettiamo è che ci si privi in maniera tout court, come sta facendo Di Carlo, di una così preziosa riserva d’idee. Senza, per di più, rendere conto apertamente e con umiltà dei propri argomenti. Alzi la mano chi non ha pensato a come sarebbero potute evolvere certe gare con Morfeo in campo, dall’inizio o dal 30esimo della ripresa che immaginar si voglia. Abbiamo ancora negli occhi, a tal proposito, gli ultimi 20 minuti del match di domenica contro l’Atalanta, passati ad osservare lanci lunghi dalla propria metà campo alla ricerca della testa di qualche anima pia. Insomma, non chiediamo una maglia da titolare, ma almeno una soluzione dettata dalla ragionevolezza. Virtù che pare estranea all’atto di de-rubricare il talento crociato a mero elemento qualsiasi della rosa. O peggio, a quello di escluderlo definitivamente dai giochi. Pensiamo all’arrivo di Lucarelli, in conclusione, e alla gioia di Sua Circonferenza, Tommaso Ghirardi. Pensiamo, di conseguenza, ad una moratoria per il rientro nei ranghi di Domenico Morfeo. E ci poniamo, parafrasando Robin Hood, una semplice domanda, che è poi lo slogan della nostra iniziativa: “A cosa serve disporre di un’ottima freccia se l’arco migliore lo si tiene da parte?”.


P.S. La moratoria può essere un fiasco totale oppure attirare l’attenzione, facendo risuonare la propria eco nei piani alti della società. Di entrambe le eventualità, c’interessa poco. Quello che conta è far sentire la voce dei tifosi: se dovesse esserci una parte lesa, a fine stagione, non avremmo dubbi sulla sua identità. Chi aderisce lascerà nome e cognome nello spazio dedicato ai commenti sotto questo post. A tempo debito e a seconda dei risultati, le adesioni saranno fatte avere al Nostro Adorato Ghirardeau. Buon campionato.

martedì 5 febbraio 2008

DA ME A ME


Angelo Medeghini è vice-presidente del Parma. Ma è anche amministratore delegato di Kome, la società bresciana specializzata nella fornitura alle aziende di soluzioni e tecnologie avanzate nel settore dei trasporti che ha da poco rinnovato il contratto di sponsorizzazione. Alla luce di ciò, tenendo presente che non si conosce la vera entità delle altre offerte ricevute dal Parma, ci siamo permessi di apportare qualche lieve modifica al comunicato apparso mercoledì sul sito ufficiale dei giallobù.
Si è svolta oggi pomeriggio, al Centro Sportivo di Collecchio, la conferenza stampa di presentazione del rinnovo dell’accordo di partnership tra Angelo Medeghini e Angelo Medeghini. “La sponsorizzazione – ha detto Medeghini – è stata via via incrementata: Medeghini, da secondo sponsor, è diventato main sponsor, proprio perché crediamo molto in questa operazione: in futuro valuteremo se si potrà raggiungere un accordo pluriennale. La nostra è una pubblicità corporate, non sul prodotto ma sull’azienda. Ritengo che sia Medeghini per Medeghini, che Medeghini per Medeghini abbiano un ritorno d’immagine non indifferente da questa operazione ed è un’occasione che non potevamo perdere. Di proposte per apparire sulla maglia del Parma ne erano arrivate tante, ma piuttosto che vendere quello spazio ad una cifra economica non adeguata e non in linea con quella che è la nostra idea di Parma, abbiamo preferito puntare su Medeghini che è sicuramente in linea con questi valori".
Lo ha sottolineato ieri anche il quotidiano "L'Informazione": il Parma si specchia sempre di più nell'attuale proprietà. Un quadro cui non si sottrae nemmeno l'ultima trattativa, svoltasi, ne siamo certi, in quella che è sicuramente la maniera più riflessiva possibile. Allo specchio.

UNA MORATORIA PER MORFEO









Dalla I lettera di Robin Hood a Di Carlo.
“A cosa serve disporre di un’ottima freccia se l’arco migliore lo si tiene da parte?”

lunedì 4 febbraio 2008

L'ALLENATORE NEL PALLONE


"Non dico che sia facile assimilare al 100% il cambiamento del modulo tattico in una settimana, ma quel che conta davvero è l’essere bravi a non sbagliare più l’approccio alle partite". La voce dell'infanzia è sempre quella più sincera. E Cigarini, ieri, dopo le tre sberle rifilateci dall'Atalanta, ha messo il dito nella piaga. Recuperato completamente Lucarelli, Di Carlo ha visto bene di schierare due torri centrali dall'inizio, Ottobre Rosso, appunto, e Corradi. Con un ottimo esito. Per la difesa bergamasca. Ottima pure l'idea di non piazzare in mezzo un punto di riferimento, in grado di innescare l'azione in verticale della coppia. Rimediando soltanto in extremis con Gasbarroni (più che rimedio, una purga). Insomma, sul modulo Di Carlo ha le idee chiare. Tanto che dopo l'intervista, a fine gara, Cigarini ha voluto consegnare alla stampa una copia del programma d'allenamento della scorsa settimana.


Martedì - Prova del classico 4-3-3. Di Carlo opta per il ben assortito tridente Budan-Corradi-Lucarelli. Su un cross di Pisanu i tre si avventano contemporaneamente sul pallone franando addosso a Bucci. Ci rimette il portiere. Trauma cranico. Allenamento sospeso.


Mercoledì - Prova del 4-5-1. Di Carlo fa marcia indietro e rispolvera lo schieramento tradizionale adottato negli ultimi anni a Parma. La squadra è a suo agio. Morfeo svaria alle spalle di Lucarelli. A metà della partitella, il tecnico interrompe un'azione del fantasista sulla fascia: la palla è uscita. Morfeo replica: "Era nettamente dentro". Di Carlo: "Sei fuori rosa". Tutti a casa.


Giovedì - Prova del 4-2-4. Di Carlo tira fuori dal cassetto la vecchia verve messa in mostra a Mantova e sceglie di offendere. Davanti, Gasbarroni, Corradi, Ottobre Rosso e Reginaldo. Liberato da un assist filtrante di Cigarini, il brasiliano si presenta solo al limite dell'area ma spara alto. Il pallone oltrepassa la rete di protezione e va a sbattere contro il paraurti di una macchina parcheggiata in centro a Collecchio.


Venerdì - Prova del 3-4-3. Di Carlo decide di rimpolpare il centrocampo togliendo un uomo in difesa. Ne fa le spese Zenoni, che non viene neppure convocato per la seduta. "Giorno libero" recita la versione ufficiale della società. In campo, la prova non esalta l'allenatore, che sospende l'allenamento, prima a ora da destinarsi poi definitivamente. Negli spogliatoi, la squadra riceve la visita del sindaco Vignali. "Vi ringrazio per i tre punti di Catania" esordisce il primo cittadino. Dopo la stretta di mano con i giocatori, Vignali porta il suo saluto a Di Carlo: "Quel Paponi io lo proverei dall'inizio, ogni tanto". "Diciamo che non sono più la persona adatta con cui parlarne" risponde cortesemente l'altro.


Sabato - Prova del 4-4-2. Di Carlo s'illumina e "vede" lo schieramento anti-Atalanta. La squadra, all'ennesimo cambio tattico, mostra i primi segnali di affaticamento. Dopo un duro scontro con Budan, Couto scoppia a piangere. Morrone perde un contrasto con Murgita durante il riscaldamento. Subìto l'ennesimo dribbling, Mariga si rivolge a Cigarini apostrofandolo in dialetto parmigiano. Preoccupato, Di Carlo manda tutti a rinfrescarsi. Al rientro, Reginaldo scocca un destro da fuori area che s'insacca all'angolino basso. Triplice fischio. Vengono allertate le ambulanze della Croce Verde.