lunedì 12 maggio 2008

ALL'INFERNO E RITORNO


Nel repertorio della curva Nord è comparsa ultimamente la storpiatura di "Just can't get enough", l'immortale inno dei Depeche Mode finito in coda all'album d'esordio "Speak and spell" (1981). Al di là del destino inglorioso riservato alla canzone - già bistrattata a sufficienza da una recente pubblicità della Heineken - i 10 minuti trascorsi ieri nel (B)aratro hanno riportato in superficie quel che accadde nel maggio del '96 a Dave Gahan. In seguito a un'overdose, il cuore del cantante e leader del gruppo, all'epoca tossico-dipendente, smise di battere per due minuti: "clinicamente morto" il responso. Ci penso' poi un trattamento alla Pulp Fiction a riportarlo in vita. L'apnea in cui siamo precipitati al Franchi - ovviamente incomparabile quanto a gravità - ci ha ricordato quel viaggio all'inferno e ritorno: "Matematicamente retrocesso" scandiva con spiccata sensibilità il telecronista di Sky dopo la mazzata Semioli-Osvaldo. Ma è stato quando una mano divina si è materializzata per salvarci dal precipizio, regalandoci una settimana in più di vita, che abbiamo vissuto l'orribile; a una manciata di minuti dal termine, quando è giunta l'eco salvifica da Torino, abbiamo provato ciò che non avremmo mai voluto provare. A Luca Bucci, simbolo con quel mitico "salame" di quanto andiamo predicando da anni, chiediamo pietà, perdono e soprattutto comprensione. Facciamo penitenza. Perché quando Del Piero ha messo dentro quel cross di Chiellini; quando i bianconeri hanno agguantato il Catania; quando Madama ha alzato il tacco slanciandosi verso l'1-1 finale. In quel momento, a un passo dalla sentenza di condanna, noi, cresciuti a pane e Ormezzano, lo ammettiamo, abbiamo esultato.

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