lunedì 19 maggio 2008

(B)UIO IN SALA


Il Nostro Adorato è scappato prima del fischio finale. Non ce l'ha fatta. Dopo aver recapitato un dispettoso bigliettino al sindaco Vignali, seduto alcune file sotto di lui ("Ho votato Peri"), il Magnifico si è infilato le scarpe da jogging e ha raggiunto di corsa la Cittadella per alcuni giri dei bastioni in santa pace. Un ragazzino in bicicletta, superandolo, gli ha domandato il risultato della partita: "Pensa a pedalare" ha tuonato il Magnifico dopo avergli infilato un ramo d'albero tra i raggi della ruota posteriore. Concluse le otto tornate a passo spedito, Sua Circonferenza si è intrattenuto con alcuni operai extra-comunitari intenti a godere della frescura post-acquazzone in uno degli spiazzi verdi del Parco: la compagnia ha discusso amabilmente sui progetti futuri del ministro Maroni in materia di sicurezza, convenendo sull'utilità di un apposito decreto salva-badanti. Il dibattito si è chiuso con strette di mano e abbracci, dopodiché la troupe si è radunata in cerchio attorno al mitico narghilè: galvanizzato dal rituale, il Presidente si è immolato in alcune tirate profonde per poi attendere fiducioso l'effetto del prezioso tabacco. Dopo mezz'ora, i passanti lo hanno ammirato mentre giocava a catturare farfalle con un retino da pesca. Un'ora dopo, invece, il Sommo è balzato su una sedia pieghevole in mezzo al campo da calcio che occupa la spianata della Cittadella: lì, di fronte a un centinaio di persone, ha preso in mano il megafono lanciandosi in una commovente orazione sul suo rapporto con la cucina locale. All'evento era presente anche il vate di via Farini, Camillo Langone, che ha già deciso di pubblicare l'intera lezione sul Foglio di Giuliano Ferrara, accanto al discorso pronunciato da Papa Ratzinger il 17 luglio del 1992 in occasione del compleanno dello zio Friedrich. Dopo essere svenuto un paio di volte nella concitazione delle parole, il Presidente ha salutato i cittadini sbigottiti ma entusiasti, caricandoseli in groppa uno alla volta per un giro di campo trionfale sulle sue spalle. Alcuni bambini, poi, pensando a un gesto d'affetto nei loro confronti e pregustando già salti e capriole, si sono attaccati alle costole del Nostro Adorato mentre si avvicinava con piglio deciso alla cassa del gioco delle reti elastiche. Amareggiati, lo hanno potuto contemplare da fuori, mentre, tra un'acrobazia e l'altra, metteva a dura prova la resistenza dell'intera struttura. Dopo essere più volte franato sul bordo, provocando un rimbombo che ha allertato gli agenti delle forze dell'ordine in servizio lì vicino, il Presidente ha abbandonato tra gli applausi il fortino eretto dai Farnese e fatto ritorno in corso Partigiani d'Italia. Giusto in tempo per assistere ad alcuni scontri tra tifosi nerazzurri, supporters parmigiani e polizia: dopo aver contato fino a 1, l'Immenso ha caricato da solo l'intero cordone assiepato di fronte alle biglietterie, provocando la fuga degli ultras ospiti tra l'acclamazione generale della curva Nord. Rientrato nell'attonita sala stampa, dove era atteso ormai da due ore, il Presidente ha lacrimato le frasi che tutti abbiamo potuto leggere sui giornali: "Sono molto amareggiato perché non avrei mai voluto che questa stagione finisse così. Ho lavorato tanto assieme al mio staff: probabilmente non abbiamo fatto le scelte giuste e così andiamo in serie B. Ripartiremo con tanto entusiasmo... Più che altro sono dispiaciuto per i tifosi: questa società ha avuto tante traversie, e grazie ad un vero e proprio miracolo era riuscita a rimanere in Serie A: purtroppo quest’anno non ci siamo riusciti. Dobbiamo ripartire: ho la responsabilità di dover dare delle soddisfazioni a questo grande pubblico, ai miei tifosi. Ripartiremo dalla B: faccio persino fatica a pronunciarlo, ma mi sento ancor più responsabilizzato a dover dare il massimo per riportare questa squadra in Serie A”.
Caro presidente, gli errori dell'uomo lo rendono particolarmente amabile, come diceva Goethe. E il nostro cuore di tifosi continua a battere a ritmo incessante per colui che, solo un anno e mezzo fa, ci tirò fuori dalle acque stagnanti dell'amministrazione controllata. Anche ora che quella stessa mano ha contribuito a firmare il nostro foglio di via per la B. Per il resto, i volti ritratti dalla giornata di ieri sono due. Il suo, deluso e affranto, e quello di Tronchetti Provera, godurioso e soddisfatto: a lei che incarna la nostra Musa e ha già riconosciuto i propri passi falsi, regaliamo allora una citazione tratta da Emilio Cecchi, secondo il quale "l'errore di una forte personalità artistica è quasi sempre più istruttivo dei successi d'un talento irrilevante". La Premiata Salumeria, a settembre, l'aveva salutata augurandole "buon campionato": oggi le rinnoviamo l'appuntamento agli ultimi scampoli estivi. Perchè noi, quando aprirà la campagna per gli abbonamenti e sarà l'ora di rimboccarsi le maniche per risalire. Noi, che ieri ci siamo dovuti sorbire gli sfottò di gente che dovrebbe eliminare gli specchi dal mobilio di casa. Proprio noi, che da domani ricorderemo, con critico affetto, tutte le sue esternazioni ambiziose, l'incauto tergiversare di fronte ai danni di Di Carlo e la scelta suicida di affidarsi a Don Ettore. Noi, insomma, checché ne pensino Guccini e I Nomadi, ci saremo.

1 commento:

collinhead ha detto...

beh,bell'articolo.mi hai ridato un minimo di morale,sono proprio abbattuto...grazie per tutto quello che hai postato fino ad ora, sempre tutto divertente...è servito,è stato un anno amaro,avevam bisogno di questo blog,continua.