domenica 30 marzo 2008

SENZA PAROLE


MILANO - Un tifoso del Parma, Matteo Bagnaresi di 27 anni, è stato travolto e ucciso nell'area di servizio Crocetta Nord, al chilometro 48 dell'A21 Piacenza-Torino, da un pullman di tifosi della Juventus. Il mezzo era vuoto e l'autista stava facendo manovra quando è avvenuto l'incidente. Prima dell'incidente, nell'area di servizio ci sarebbero state schermaglie tra le due tifoserie. Bagnaresi, che viveva a Parma, è morto sul colpo. L'autista è stato interrogato ed è indagato per omicidio colposo, ma il magistrato non ha disposto nei suoi confronti l'arresto. Ha ribadito agli investigatori di non essersi accorto di nulla e di essersi fermato in autostrada, a poca distanza dall'area di servizio dove è avvenuto l'incidente, perché alcuni dei tifosi sul bus gli hanno segnalato che era successo qualcosa. Bagnaresi è stato colpito vicino alle colonnine di rifornimento di carburanti. Laureato, lavorava per una cooperativa e viveva nella città emiliana con i genitori. Faceva parte del direttivo dei 'Boys', il gruppo ultrà che domina la Curva Nord allo stadio Tardini, e aveva da poco riottenuto il diritto di andare allo stadio: per gli incidenti del 6 gennaio 2005 tra ultrà parmigiani e bianconeri durante Parma-Juventus era stato raggiunto da un Daspo, il divieto a partecipare a manifestazioni sportive, della durata di 3 anni. Militante della sinistra antagonista, era attivo nell'ambito dei centri sociali di Parma che fanno riferimento al Mariano Lupo. da Corriere.it

mercoledì 26 marzo 2008

TU CHIAMALO SE VUOI ZENONI


L’estro pasquale di sabato, che in un match decisivo per la salvezza ha permesso al Siena di portarsi in vantaggio a tempo quasi scaduto grazie ad un suo fallo da rigore, ha definitivamente sgombrato il campo dai dubbi sulla genialità di Damiano Zenoni, un uomo, un giocatore e un difensore fuori dal comune, dalle regole e da ogni schema logico fin qui concepito: un Apollo della sfera le cui creazioni lasciano sempre a debita distanza la fantasia dei comuni mortali. Lo raggiungiamo telefonicamente nel suo appartamento di Colorno, dove sta prendendo ripetizioni di matematica da un professore del prestigioso liceo Ulivi.
Allora, Zenoni, a che punto è?
Alla tabellina del 4.
No, intendevamo: “A che punto è la sua avventura in maglia crociata”?
Spero sia solo all’inizio: questo era l’anno di adattamento
Stupisce che non le abbiamo ancora proposto un quadriennale.
Strano, sì. Da parte della società mi sarei aspettato qualche attenzione in più, soprattutto dopo la rinuncia al battesimo di mio nipote per partecipare alla trasferta di Siena.
Ecco, appunto, non poteva andarci al battesimo?
Avevo già dato la mia parola a Cuper.
E lui l’ha accettata...
Sì.
Sulla parola d’onore non si mente. Bravo.
Grazie.
Prego.
Si figuri.
Vogliamo andare avanti fino a domani?
Sì.
Torniamo alla partita del Franchi. A gara praticamente conclusa, con un punto in saccoccia e tanto morale in vista di Torino, lei ha regalato ai padroni di casa il calcio di rigore della vittoria, abbracciando Maccarone in piena area. Come le vengono?
Lascio che sia l’estro a guidarmi: in quel momento l’istinto mi diceva di fare così.
E quand'è che scatta l’intuizione nella testa del genio? Quand’è che si capisce che da lì a qualche secondo arriverà l’invenzione, o, nel suo caso, la cazzata?
E’ un momento magico. La citrosodina sale e...
Voleva dire l’adrenalina?
Sì, sì, grazie. Dicevo, l’aspirina sale e il corpo diventa tutto un fremito, si suda parecchio e si è pervasi da una specie di forza centripeta.
Complimenti. A Roma, la Lazio vinse grazie ad un gol allo scadere di Firmani: il destro rimpallò addosso ad un difensore crociato che passava di lì per caso, spiazzando l’incolpevole Bucci. Quel difensore, guarda a volte gli astri, era lei.
Sono come Totò, quando vedo un buco mi ci ficco.
Più che nei buchi, lei è bravo a ficcarsi nei guai. E a ficcarci dentro gli altri. Sul suo sito, www.sandrokan.it, il giornalista della Gazzetta Sandro Piovani ha dimostrato, dati alla mano, che senza di lei il Parma sarebbe a pari punti con la Fiorentina, in lotta per la Champions League.
(Ride, ndr.)
Cosa ride? Vuole che le mandi un commando di canuti bocciofili del Parma Club Petitot?
Sì.
A proposito di tifosi: qualcuno, osservandola in campo, ha paragonato il suo sguardo a quello di un orso dello Utah mentre si appresta al letargo. Vuole rispondere?
Non conosco lo Utah.
Un’ultima cosa: sul gol del 2-0 di Maccarone, lei, che doveva marcarlo, dov’era?
Mi ero fermato ad ascoltare i cori dei supporter gialloblu. Mi sembrava ce l’avessero con me.
Era sicuramente una sua impressione.
Boh.
In futuro, dopo questa bella sorpresa nell’ovetto di Pasqua, pensa di farsi perdonare?
Sì.
Grazie.
Prego.
Si figuri.

giovedì 20 marzo 2008

LA RIVOLUZIONE CUPERNICANA










Budino al centro del gioco e tutti gli altri a orbitare attorno: la rivoluzione cupernicana è semplice ed efficace, agisce sulla testa più che sui piedi, e ci regala il miglior conte Igor, quello acqua e sapone nonché totem di riferimento per i compagni, pronto a proteggere palla e far ripartire la manovra, ma anche, all'occorrenza, impostare il gioco e dare il la al contropiede. Un Budino pane e vino, rinfrancato dal vaccino di Chabas e indomito lottatore fino all'ultimo: standing ovation. Il Nostro Adorato, intanto, in estasy di fronte al freddo e pacato portamento di don Ettore, vede Argentina ovunque mentre lo chef della reggia di Carpenedolo assicura che da diversi giorni non è più lui. Dopo essersi iscritto al corso di tango del Circolo Castelletto di via Zarotto, ieri sera Tommaso I ha installato fornelli e pentole nello spogliatoio, dove, a fine gara, ha accolto Cuper e i ragazzi con un fumante buffet a base di empanadas e tortillas. Accompagnati dalle note di Astor Piazzolla eseguite alla chitarra classica da Medeghini, per l'occasione con tanto di sombrero in testa, i crociati hanno festeggiato fino alle 2 di notte, intervallando i vari "Hector, te quiero" e "Adios Di Carlo" a rapide improvvisate nell'incredula sala stampa. Conclusi alla grande i bagordi con un assolo di bandoneon sotto l'acqua scrosciante della doccia, Sua Circonferenza ha trasferito l'intera carovana in piazza Garibaldi dove, tra una foto a cavallo dell'"Eroe dei due mondi" e una sassaiola contro le vetrine dell'Orientale, si è fatta allegramente l'alba. E' a quel punto che, in una Parma ancora sprofondata nel sonno, il Presidente, fresco come una rosa, ha scardinato l'ingresso del negozio ufficiale della società, a due passi da piazza della Steccata, per improvvisare nella deserta via Cavour una passerella dedicata alla moda primaverile, vestendo personalmente ogni singolo giocatore con i capi rubati dalle vetrine e quelli rinvenuti in magazzino. Non trovando una taglia sufficiente a contenere le proprie grazie, espanse ulteriormente dall'abbuffata, il Sommo, piuttosto adirato, ha preparato la lettera di licenziamento per le commesse dello shop, auto-nominandosi direttore ad interim dell'esercizio. Chiusi i festeggiamenti assieme alla squadra sotto casa di Vignali, al grido di "Budan sindaco", Sua Circonferenza ha fatto ritorno al Tardini per recuperare alcune carabattole, tra cui le chiavi di casa, dimenticate nel frigo del bar adiacente la tribuna stampa. Stravolto dalla nottata e reso irriconoscibile dalla divisa a maglietta e pantaloncini corti indossata in occasione del pret a porter, il Magnifico, scambiato per un invasato della Nord, è stato bloccato ai cancelli dal servizio di sicurezza. La furia verbale del Nostro Adorato si è abbattuta dapprima sugli agenti e, in seguito, sul servizio di scorta. Filmato dalle telecamere e oramai stremato dalle urla, Tommaso I è riuscito infine a varcare il portone sfondandolo di peso dopo una rincorsa partita dalla rotonda del Petitot. Subito bloccato, per lui è scattato il Daspo con una diffida di 3 anni e l'obbligo di firma in questura ogni domenica.

martedì 18 marzo 2008

LIBERTE', EGALITE', CONTINUITE'


Dopo l'umorismo tutto british messo in mostra da Reginaldo, secondo il quale Lucarelli "è un ex molto amato" a Livorno, è toccato a San Paolo, immolatosi al Picchi nel ruolo inedito di centrale, fare il punto della situazione. Titolo sul sito del Parma: Castellini: dare continuità al pareggio di ieri. “E' stata una partita difficile – ha detto – e di buono c’è senz’altro il punto, che ci servirà più in là, unito magari alla vittoria che potrebbe arrivare mercoledì sera contro il Palermo". Ora, se la logica non c'inganna, l'unico modo per dare continuità a un pareggio, è pareggiare un'altra volta. Idea decisamente poco affascinante. Fossimo, poi, in Castellini (e per fortuna, non lo siamo), lasceremmo perdere quel "magari" che, unito al condizionale successivo, ammanta di un fastidioso alone ipotetico la vittoria che dovrà arrivare domani sera. Detto questo, tuttavia, apprezziamo il fondo di pragmatismo cavouriano che sostanzia le sue parole. Un allenatore non può cambiare tutto in pochi giorni. Una squadra non può rinascere da un giorno all'altro. Figuriamoci un ufficio stampa (visto il titolo del pezzo, il nostro deve essere ancora stordito dalla cura Di Carlo). Insomma, non facciamoci trascinare dall'entusiasmo. Ma, soprattutto, non costruiamo castelli in aria: anche perché c'è il rischio, poi, che diventino Castellini.

lunedì 17 marzo 2008

PARMA, MORITURI TE SALUTANT









Dalla panchina, Cuper ha salutato il ritorno in Italia con un pareggio che, se non altro, "dà morale". Sul campo, Lucarelli ha salutato il suo vecchio stadio con l'assist decisivo per il pareggio. Il suo vecchio stadio lo ha salutato come si saluta la visita dell'esattore fiscale. Reginaldo ha salutato l'ennesimo gol all'incrocio dell'ennesimo sconosciuto mettendoci una pezza da par suo. Antonelli ha salutato l'esordio in maglia crociata con una prova da leoncino. In tribuna, il Nostro Adorato ha salutato con rispetto Spinelli. Ci stavamo domandando, in mezzo a tanti educati convenevoli. Noi, appunto, spossati dalla Cisa e mitigati dalla brezza tirrenica, ci stavamo domandando. A parte Bucci, Dessena e il Sambadero. A fine partita, insomma, a noi, chi cazzo c'ha salutato?

venerdì 14 marzo 2008

CARO HECTOR, CARO TOMMASO


E’ già grande feeling tra Detector e Sua Circonferenza. Dopo la presentazione al bacio dell’altro ieri, con sguardi languidi e cenni d'intesa appassionati, il buon cuore del Nostro Adorato si è volto verso il cosiddetto "morbo di Cuper", che il 5 maggio di ogni anno colpisce il tecnico argentino e buona parte del tifo nazionale, provocando spasmi, sintomi di nausea e pianto a dirotto. Ghirardeau si è immediatamente impegnato a far cancellare dal calendario la data funesta, informando la Gazzetta che il giornale potrà uscire nelle edicole ma da ogni articolo dovranno essere banditi i termini "clamoroso", "disfatta" e "scudetto". In nome della delicatezza, poi, Sua Circonferenza ha chiesto a tutte le scuole di Parma di eliminare dal programma di letteratura italiana il noto componimento del Manzoni: l’Immenso ha proposto di sostituire l’ode con una sua poesia dedicata all’annuale "Scalata dell’albero della cuccagna" ospitata da Carpenedolo il sabato prima del martedì grasso. Per completare l’opera di rimozione, infine, dalle stanze del Tardini è stata inoltrata alla Lega la proposta di spostare tutte le gare dei crociati a Roma dallo stadio Olimpico al Flaminio. Vista la scarsa capienza, Sua Tommasità, già pazzo della rigida disciplina cuperiana, ha domandato, in alternativa, di poter disputare Lazio-Parma e Roma-Parma dei prossimi due anni al Circo Massimo.

martedì 11 marzo 2008

MINI CUPER


Pare che il Nostro Adorato abbia scelto come successore di Di Carlo l'ex tecnico dell'Inter Hector Cuper. Nella storia recente del Parma è la seconda volta che un allenatore argentino subentra a campionato in corso. Ora, la superstizione non rientra nelle nostre corde. Tuttavia, tra una sigaretta e l'altra, a scuola, con la fidanzata, al bar, in macchina, con gli amici, al lavoro, nei ritagli di tempo, ecco, se anche voi poteste darvi una toccatina...

lunedì 10 marzo 2008

FESTA DELLA LIBERAZIONE


La Società Parma Fc Spa comunica che il Signor Domenico Di Carlo è stato sollevato, in data odierna, dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. A lui va il ringraziamento per l’impegno profuso fino ad oggi con competenza e serietà.

Parma, 10.03.2008
Ieri era il Primo Maggio, oggi è la festa della Liberazione. Ringraziamo la società per aver scelto i toni ma soprattutto la parola giusta. Che è poi quella che esprime meglio il nostro sentimento attuale. Di noi che abbiam patito, sofferto, urlato. Pensando a uno stato di ubriachezza alla base delle parole di ieri in sala stampa dopo la gara. Noi che non ne potevamo più degli "episodi", della "sfortuna", di Morfeo che "ha un problema muscolare", di Reginaldo che "ha fatto bene". Noi che oggi ci sentiamo così, un po' più leggeri, positivi, ottimisti. Insomma, in una parola. Sollevati.

PRIMO MAGGIO











Festa dei lavoratori, ieri, al Tardini: dopo una settimana in cui "si è allenata molto bene", la squadra ha deciso di godersi il meritato riposo. Considerata l'occasione, sembrava brutto dare il via ai bagordi senza un gol del depositario onomastico della giornata. Essendo poi la domenica il dì della stretta di mano con il prossimo, i buoni samaritani dimentichi della croce al petto hanno visto bene di regalare una piccola gioia anche a Emiliano Bonazzoli, la cui ultima rete di testa al Tardini risaliva ai tempi dello shopping di Nakata in via della Repubblica. Tra i più rilassati e paciosi il sempre molto amato Reginaldo, esibitosi poco dopo l'ingresso in campo nella più classica delle specialità: il tiro-cross troppo fuori bersaglio per somigliare a un tiro e troppo potente per ricordare un cross. Il sambadero ha poi concluso l'opera imperversando sulla fascia di competenza con un'operosità degna del miglior Ciccio, l'aiutante nullafacente di Nonna Papera che alle fatiche della muntura preferisce lo stormire delle frasche. Grazie anche a lui. "Noi abbiamo necessità di vittoria, di far punti: la nostra rabbia e determinazione deve essere superiore alla loro. Bisogna badare al risultato e il risultato ci dovrà dire di un Parma perfetto, andato oltre le proprie possibilità, un Parma che deve volere la vittoria con la determinazione e spunti di qualità importanti dei giocatori in campo": non bastasse, seguendo un copione consolidato, Di Carlo si era pronunciato sulla gara ancor prima di giocarla, dosando come sempre i termini e intonando le proprie parole alle note dell'umiltà e della parsimonia. Nell'attesa che le favole si tramutino in realtà, sono stati i tifosi, ieri, a favorire il trapasso, richiamando all'ordine i giocatori in vista del ritorno al dovere del lunedì: "Andate a lavorare" gli è stato ricordato, per sicurezza, al termine del match. Un match che, come scrive oggi il Corriere dello Sport, ha visto presente in tribuna, intento a "prendere appunti", una nostra vecchia e cara conoscenza, un uomo al quale la città è legata da ricordi sportivi e affettivi impareggiabili. Non vogliamo, però, avanzare illazioni. Ci limitiamo a segnalare la cosa, anche in considerazione del fatto che è chiaro, a questo punto, come il Parma abbia bisogno di una sana e rapida sterzata, mentale e psicofisica. Per rovesciare la classifica servono grinta, ordine in campo e attaccamento alla maglia: serve una nuova Scala di valori.

sabato 8 marzo 2008

TUTTI AL GAS BAR


"Lotteremo fino alla fine per conquistare la salvezza" ha detto Andrea Gasbarroni alla vigilia di Parma-Sampdoria. Bravo Gas Bar: pugnace, impavido, volenteroso. Un'uscita da gladiatore, la sua. Una frase degna della miglior epica, della più lucente e trionfale narrativa guerresca. Un proclama verdiano. Complimenti, davvero. Poi, detto con grande umiltà, senza mettere pressione, senza tirare in ballo stagioni trionfali, senza rivangare i 4 turni d'anticipo e la Uefa con Beretta, con tutto il rispetto possibile. Sì, insomma, se riusciste a sbrigarla un po' prima, la pratica, ecco, per noi va bene lo stesso.

venerdì 7 marzo 2008

UNO STEWARD E' PER SEMPRE









Grande euforia nei piani alti della società per l'ingresso in azione ufficiale di 122 steward (1-2-2!) dopo domani al Tardini contro la Sampdoria. Al termine di un lungo percorso formativo, l'armata Brancaleone "ha superato con successo la prova" che abilita a "svolgere a pieno titolo la funzione di safety e security" durante le gare interne. “Il Parma – ha spiegato il Nostro Adorato – è una delle prima società in Italia ad avere affrontato questo corso di preparazione: un’innovazione fondamentale per il calcio italiano e con la quale potremo garantire una maggior sicurezza anche nel nostro stadio". Ora, noi ci domandiamo cos'abbia il termine italiano "sicurezza" di così irrimediabilmente volgare e insopportabile da scomodare addirittura due parole inglesi pressoché identiche. Nell'attesa, poi, che i concetti di safety e security siano estesi anche a coloro i quali vogliono soltanto assistere all'allenamento della propria squadra, vi anticipiamo di seguito il decalogo per i candidati stilato personalmente da Sua Circonferenza nel buen ritiro di Carpenedolo. Ricordando che, come ha spiegato il magnifico professor Massimo Guggia, "il ruolo dello steward è principalmente volto a garantire l’accoglienza e l’assistenza agli spettatori".

1. Tifosi e cibo
Il bravo steward relegato all'ingresso provvederà a rendere gradevole l'impatto con la partita riempiendo, ogni qual volta sia d'uopo, il vassoio di scaglie di parmigiano e fette di strolghino da offrire ai ragazzi della curva appena varcati i tornelli.
2. Tifosi e gol
In caso di gol subito dalla squadra, il bravo steward porgerà da parte del Presidente una carezza sulla guancia di ogni singolo tifoso, facendosi carico, anche fisicamente se necessario, del messaggio di risposta. Con la promessa che anche le reazioni più becere e violente non influiranno sulla loro carriera e saranno comunque accettate in quanto a Lui, e soltanto a Lui, idealmente dirette.
3. Tifosi e scritte
Il bravo steward cancellerà tutte le frasi ingiuriose contenute nei bagni del Tardini, specialmente quelle rivolte al Presidente o a Crespo, e inviterà i supporter più accesi a esporre le proprie idee su di una lavagnetta da lui costruita e fissata a fianco dell'emporio dei Boys. Il bravo steward rimarrà per tutta la durata della gara, prima e dopo, davanti al punto blu per le lamentele reggendo con la mano sinistra il gessetto. Chi non si dimostrerà all'altezza sarà rispedito a villa Ducale a completare le pulizie della camera da letto di Alessandro Melli.
4. Tifosi e Di Carlo
Il bravo steward fornirà ogni esponente dello spicchio di curva sovrastante il Settore Crociato di una palla di spugna anti-stress con la faccia di Di Carlo da stringere fra le mani durante i momenti di maggior ira, provvedendo a corredare l'omaggio di un bigliettino con l'elegante scritta in carattere Bodoni Tanto resta.
5. Tifosi e steward
Le brave steward saranno abbastanza brutte da garantire il nulla-osta sulla presenza della fidanzata (un biglietto in più) e abbastanza belle da regalare un deflusso più sereno dopo l'ennesima conferma di fiducia a Di Carlo.
6. Tifose e steward
I bravi steward saranno abbastanza brutti da rendere apprezzabile lo sguardo di Damiano Zenoni (un biglietto in più) e abbastanza belli da attirare su di sé il corteo di assatanate pro-Cigarini.
7. Tifosi e stomaco ballerino
Oltre a distribuire gli speciali sacchetti recanti il viso del Presidente con l'augurio di una buona domenica, il bravo steward posizionato a metà curva provvederà personalmente allo smaltimento dei rifiuti organici gentilmente depositati dai tifosi sulle scalinate: sia che cio' dipenda dall'assunzione di bevande alcoliche, sia che ciò dipenda dall'ultima finta a rientrare a destra di Gasbarroni.
8. Tifosi e Reginaldo
Il bravo steward fornirà ogni tifoso di un fazzoletto per il raffreddore con la foto di Reginaldo mentre fa la samba alla presentazione in piazza Garibaldi e la scritta, sempre in carattere Bodoni, Tanto ha firmato per 5 anni.
9. Tifosi e insulti
Il bravo steward terrà a mente che il tifoso ha sempre ragione, comunque e dovunque. Se dovesse subire una constestazione fuori dalle mura del Tardini, ad esempio al Barino mentre rievoca le mitiche colazioni in piazza San Babila, si farà educatamente insultare, e se necessario picchiare, senza proferir verbo o altra parola.
10. Tifosi e musica
Il bravo steward si curerà dell'umore dei tifosi al termine di ogni gara premurandosi che questi, a seguito di una brutta prestazione culminata nell'ingresso in campo di Zenoni, non compromettano irrimediabilmente la propria giornata recandosi al negozio "Disco Club" di via Nazario Sauro.

Buon lavoro,
il Presidente.

giovedì 6 marzo 2008

ORSO BRUNO











Pare che un cronista di Radio Bruno, durante Roma-Parma, abbia detto testualmente: "Coly è uscito scuro in volto". Consiglieremmo al giornalista di stare più attento: se Coly lo incontra per strada, infatti, lo fa nero.

lunedì 3 marzo 2008

UN BRESCIANO A ROMA










Aveva sperato sino all'ultimo, Sua Circonferenza, di potersi finalmente concedere una trasferta tranquilla, senza ambasce o rancori, senza lamentele post-partita o cattivi pensieri in vista della settimana alle porte. Nulla da fare. Anche a Roma, il Nostro Adorato ha dovuto cedere alle tentazioni e ai richiami della dolce vita per dimenticare le brutture osservate dalla tribuna. Così, al termine della gara, Ghirardeau, sempre più scocciato, ha spedito il pulmann della squadra a Fiumicino, dove ha poi imbarcato giocatori e staff su di un cargo mercantile diretto a Livorno. Alla richiesta di spiegazioni avanzata da Melli, il presidente ha aggiunto a muso duro: "E da lì a Parma sono cazzi vostri". Sbrigata la faccenda, il Nostro si è incamminato al piccolo trotto verso il centro città. Addocchiato un gustoso cartello con la scritta "Sacher", il presidente, uditi i rantoli provenienti dal basso ventre, ha seguito di buona lena le indicazioni. Percorsi 4 km abbondanti, si è ritrovato di fronte al cinema di Nanni Moretti. Smaltita la delusione, Ghirardi ha assistito alla proiezione serale di Caos Calmo. Ridestato all'improvviso dai titoli di coda, il Tortello di Carpenedolo ha incrociato all'uscita il regista: accortosi di Ghirardi, Moretti si è avvicinato con fare gentile. "Presidente, dal Parma al Sacher..." "Da una strunsada a l'altra" ha risposto stizzito il Nostro. Chiuso il capitolo cinema, il presidente si è ritagliato uno spazio di tempo per visitare la chiesa di San Tommaso in Parione. Vista l'ora tarda, e accortosi dell'ingombrante presenza tra le navate della basilica, il sagrestano ha tuonato: "Chi va là? E' questo il momento per venire a trovare il Signore?". "Sono il padrone di casa" la risposta imperiosa. Il menu del sabato sera alla ghirardesca è stato poi completato con una cena sfarzosa da Fortunato al Pantheon. Stordito dalla carbonara, Sua Circonferenza si è trascinato con le ultime forze residue vicino alla Fontana di Trevi dove, all'urlo di "Tommaso, come here!", si è abbandonato ad un poderoso tuffo rinfrescante, seguito da due ore buone di ammollo. Sganciati senza entusiasmo i 3000 euro di multa per balneazione in luogo pubblico, l'Adorato si è infine trascinato sotto le coperte per il meritato riposo. Ma il vero show è arrivato la domenica mattina. Alzatosi al canto del gallo, Ghirardi ha inscenato un corteo di protesta sotto la sede del Foglio di Giuliano Ferrara: vero bersaglio, oltre alla lista anti-aborto, il finanziamento pubblico al quotidiano dell'ex-portavoce di Berlusconi. "Il Ciccio giusto", "Fammi spazio" e "Parla come mangi" alcuni degli striscioni esposti da Re Tommaso. Il quale, braccato dai carabinieri, si è poi confuso tra la folla accorsa in piazza San Pietro per l'Angelus: lì, tuttavia, Sua Circonferenza è stato riconosciuto da una delegazione di studenti dell'Università Cattolica di Brescia. "Habemus Tommy" l'urlo di gioia: abbracciato, baciato e palpato dai dottorandi e dalle matricole, totalmente dimentichi di Ratzinger, Ghirardi ha dovuto invocare l'intervento delle guardie svizzere. Da quel momento non si hanno più sue notizie.

domenica 2 marzo 2008

IL SUB-COMANDANTE FERDINAND









Un'entrataccia, davvero. Mai avremmo pensato, dopo la barbina figura di ieri a Roma, di dover spezzare una lancia, o del pane vista la sede, a favore di Di Carlo. Il quale, come spesso accade, ha fatto di tutto, alla vigilia, per far sì che le cose andassero nel verso sbagliato. "Un’impresa importante sarebbe se noi riuscissimo ad interrompere la serie di otto successi interni consecutivi della Roma”. L'esperienza consiglierebbe, a questo punto, di evitare le dichiarazioni pugnaci pre-partita. Figuriamoci con una trasferta nella capitale alle porte. Toccando ferro in vista del match di domenica al Tardini, ci preme però stigmatizzare il comportamento tenuto da Ferdinand Coly. Sostituito da Pisanu all'11' della ripresa, sul punteggio di 2 a 0 per i padroni di casa, il terzino crociato ha gentilmente mandato a quel paese l'allenatore, per poi rincarare la dose a fine gara ricorrendo a un'imbarazzante excusatio non petita. E, c'è da giurarci, nemmeno tanto gradita. "Tanto va via", ha detto il senegalese. La sortita ci ricorda quelle pugnalate alla spalle, frutto di indisciplina e arroganza, di cui il sub-comandante Fausto si è mostrato campione in anni di politica. "Il progetto del governo è fallito, noi siamo già oltre l'Unione" sentenziava Bertinotti su Repubblica il 4 dicembre 2007. A quale titolo, non è dato saperlo. A che pro, nemmeno. Su quali basi, forse. "Intellettualmente io sono già proiettato oltre" erremosciò l'ex-sindacalista al cashmere, all'epoca presidente della Camera e quindi ancor più fuori luogo nei panni di Nostradamus. Da Montecitorio a viale Partigiani d'Italia, testa e sguardo puntati in avanti pare averceli pure il sub-comandante Ferdinand. Al quale, oltre a una sentita reprimenda per il brutto gesto, vorremmo indirizzare a questo punto alcune domande. "C'è qualcosa che non sappiamo e di cui lui è a conoscenza per arrivare a tanto?"; "E se sì, cosa vede all'orizzonte il caro Pier Ferdy?". Dubbi amletici, o poco ci manca. Sulla fiction Di Carlo-Coly, tuttavia, di una cosa siamo abbastanza certi: tra sette giorni, al Tardini contro la Sampdoria, uno dei due sarà costretto a marcare visita. Resta da capire quale.