sabato 5 gennaio 2008

DI PADRE IN FIGLIO


Mercoledì 21 giugno 2006 il Giornale di Maurizio Belpietro - di recente sostituito sulla poltrona di direttore dal "sobrio" ed "equidistante" Mario Giordano - proclamava: "Ieri sera la Sampdoria ha rilevato l'intero cartellino di Bonazzoli per una cifra vicina ai 7 milioni di euro. Al Parma sono andati 1,5 milioni di euro e Vitalij Kutuzov". La minaccia stava in quelle tre parole finali: "E Vitalij Kutuzov". Ben presto fu chiaro a tutti come quella che era sembrata una banale notizia di calcio-mercato, celasse in realtà il profilo di una condanna. Un cognome prestigioso, Kutuzov. Così si chiamava il generale russo che nel 1812 bloccò l'esercito napoleonico, penetrato nelle gelide terre dell'est-europeo per sottometterle al dominio transalpino. Vitalij, invece, nel suo intenso anno crociato, non è riuscito a fermare nulla. Nemmeno la trippa che costringeva i magazzinieri a rifornirlo di taglie sempre più grandi, di settimana in settimana, di partita in partita. Di lui non si hanno memorie. Il suo passaggio a Parma potrebbe essere ricordato tanto quanto quello di una giovane coppia di sposini colornesi in luna di miele. Cerchi sui giornali e non trovi niente: un'intervista, una dichiarazione di propositi ad inizio stagione, nulla. L'unico reperto sono le firme sulle fatture del supermercato del Centro Barilla: ogni mercoledì Vitalij vi andava a fare la spesa. Per lui si chiudevano le saracinesche e si apriva l'intero magazzino. Una volta, reduce dall'allenamento pomeridiano, acquistò 30 chili di tortelli d'erbetta. "Domani sera teniamo aperto fino alle 21" gli annunciarono trionfali. E lui: "Perfetto. Con questi arrivo giusto al pranzo". In ritiro, Stefano Pioli aveva deciso di puntare tutto su di lui: quando qualcuno sbagliava, la colpa era subito sua. "Vitalijjjjjjjj" echeggiava nella valle di Vigo di Fassa. E lui giù a ridere. Con quella tipica espressione da bebè appena cosparso di borotalco. Il suo gioco preferito, terminate le sedute, era colpire le traverse su punizione. Restava lì ore, anche quando il pullmino dei compagni guidato da Sandro Melli rientrava all'albergo. Fattosi ormai buio, una sera, non riuscendo a colpire il legno, si fece accendere i riflettori dal custode degli impianti. Lo recuperarono il giorno dopo in ospedale: dei tifosi della Sampdoria, ospiti nel ritiro blucerchiato a pochi chilometri di distanza, passeggiando lì vicino lo avevano scambiato per Vitalij Kutuzov. Realizzato che era proprio lui, si erano messi a intonargli cori di sfida. Colpita finalmente la traversa, la tigre bielorussa era corsa delirante sotto la piccola tribuna per il meritato sfogo. Poco avvezza a scatti simili, erano bastati 50 metri per stramazzare al suolo. La notte stessa, il ricovero. In campionato, Vitalij colleziona la miseria di 9 presenze. Nessuna rete. In compenso, tanto trattamento di palla. Va detto: coi piedi, da fermo, il Nostro ci sapeva fare. A volte, c'infilava pure la serpentina. Nel suo piccolo regalava certezze: come quella, ad esempio, che da un suo piede non sarebbe potuto nascere nulla di buono. Ranieri ci rinunciò da subito. Quando lo vide per la prima volta, l'ex tecnico del Valencia si trovava al ristorante. Fuori. Dentro, Vitalij circondato dagli chef e seduto al tavolo centrale: si era presentato come recensore della Slow Food, in procinto di pubblicare la nuova guida annuale. Il titolare aveva fatto chiudere il locale. Sul finire dell'anno, nella mal riposta speranza di recuperarlo, sua Circonferenza lo aveva iscritto ad un corso di italiano assieme a Muslimovic. Indimenticabile la sua consegna del compito finale all'esame: iniziata a mezzogiorno e mezzo la prova a causa di un ritardo del professore, dopo dieci minuti Vitalij aveva già consegnato il foglio. In bianco. Doveva andare dalle Picchi a ritirare le lasagne al forno. La sua fine resta scolpita nell'ansa del 18 luglio delle ore 12:53: "L’attaccante bielorusso del Parma Vitalij Kutuzov è andato in prestito al Pisa. Il giocatore è stato ceduto sino al 30 giugno 2008 al club toscano con diritto di opzione per la compartecipazione. Kutuzov, 27 anni, ha già giocato in Italia con Milan, Avellino e Sampdoria". Quando l'interessamento dei toscani è diventato ufficiale, sua Tommasità era in lacrime dalla commozione. Alla firma, era ancora lì a stropicciarsi gli occhi. Tornerà a giugno, Vitalij. Quello che nessuno sa è che c'è ancora un Kutuzov all'interno del Parma Calcio. E' il figlio (nella foto al centro in una recente esibizione al Tardini): agile, scattante, mangia solo una barretta di Kinder cereali a pranzo e una pizza a cena ed è il più sveglio della categoria. O così almeno lo dipinge la dirigenza. Sì, perché a ben guardare, di grosse differenze rispetto al genitore non se ne notano. Se sua Tommasità parla bene il linguaggio del corpo, sul latino, evidentemente, deve ancora migliorare. Forse non sa che tali pater...

2 commenti:

mranki ha detto...

Credo che il povero Kutuzov abbia fatto pochi tiri in porta in 9 presenze...ovviamente il dato è da verificare e sarebbe interessante sapere quali. Io mi ricordo un tiro da fuori area che ha lambito la traversa forse con la sampdoria in casa (debutto di Ranieri e partita persa anche per colpa di kutuzov)...

Lusio ha detto...

Posso garantire con certezza, per averlo visto con i miei occhi, che quest'estate, al momento della presentazione del Nostro nella sua nuova squadra, l'agenzia Ansa iniziò il suo articolo (corredato di foto) con la frase "Era dai tempi di Romeo Anconetani che a Pisa non si registrava tanto entusiasmo per l'acquisto di un calciatore. E' l'attaccante bielorusso Vitaly Kutuzov a scaldare i cuori dei tifosi di un Pisa che si riaffaccia finalmente alla serie B".